Udine, 27 giugno 2021 – Presso la Clinica Ostetrico-Ginecologica dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine è stato eseguito il primo intervento nella nostra Regione con tecnica mininvasiva per le donne con mutazione del gene BRCA o con anamnesi positiva per carcinoma mammario: per queste pazienti l’asportazione delle ovaie, soprattutto dopo aver esaurito il proprio percorso di maternità, è un’opzione di profilassi chirurgica per la prevenzione del tumore ovarico, come previsto dalle linee guida internazionali e dai percorsi diagnostico-terapeutici dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale.
Sono donne sane, che hanno avuto dei casi di tumore ovarico o tumore mammario in famiglia e che dopo aver effettuato il test e aver ricevuto conferma della mutazione del gene decidono di sottoporsi all’asportazione di ovaie e tube per prevenire l’insorgenza del tumore ovarico. Si tratta di un intervento preventivo.
Oggi è possibile proporre una chirurgia mininvasiva, conservativa, addirittura scarless, quindi senza cicatrici, con un approccio percutaneo (MiniLap®), con brevissimi tempi di recupero e la possibilità di riprendere la propria attività in tempi rapidissimi. L’evoluzione del sistema chirurgico percutaneo MiniLap®, ovvero con incisione cutanea di soli 2.4 mm, consente l’inserimento percutaneo senza la necessità di un trocar, provocando minor trauma ed un risultato cosmetico ideale.
Tecniche chirurgiche innovative quindi, con tecnologia sempre più sofisticata che rende la scelta meno difficile dal momento che non si deve affrontare un intervento tradizionale con taglio sull’addome, dolore post-operatorio e cicatrice che potrebbe essere motivo di rinuncia ad un atto che rappresenta una grande arma di prevenzione oncologica che oggi abbiamo a disposizione.
La prof.ssa Lorenza Driul, Direttore della Clinica di Ostetricia e Ginecologia del Presidio ospedaliero “Santa Maria della Misericordia” spiega meglio alcuni passaggi: “L’approccio percutaneo rappresenta l’ultima frontiera della chirurgia mininvasiva. Minimizza l’impatto della chirurgia sulla paziente; l’invasività ridotta al minimo con questo approccio ‘scarless’ supera la sfera puramente clinica con un significativo impatto sulla sfera psicologica della paziente. Infatti, una “surgical experience” minima come quella proposta dal nostro centro, per la prima volta in Friuli Venezia Giulia, impatta minimamente la sfera psicologica di una paziente che si sottopone ad annessiectomia senza una patologia in essere ma sulla base di un rischio potenziale. La paziente – conclude la prof.ssa Driul – è stata sottoposta a questo intervento presso la nostra Clinica, sta benissimo e già in giornata sarà dimessa”.