Si riduce del 41% l’incidenza di un secondo problema coronarico se si segue un programma personalizzato di prevenzione dopo un intervento di bypass. Lo conferma il Centro Cardiologico Monzino con il primo studio realizzato su un’ampia popolazione di pazienti sottoposti a questo tipo di chirurgia cardiaca
Milano, 21 aprile 2021 – Il Centro Cardiologico Monzino ha dimostrato che si può ridurre del 41% la ricomparsa di problemi coronarici seguendo un programma di prevenzione personalizzata dopo l’intervento di bypass. Questi i risultati dello studio prospettico recentemente pubblicati su European Journal of Preventive Cardiology.
“Le persone con malattia coronarica hanno un rischio molto elevato di eventi cardiovascolari ricorrenti e ogni recidiva coronarica aumenta ulteriormente la probabilità di presentarne un’altra. In pratica, il maggiore fattore di rischio per un secondo evento coronarico è averne già avuto uno. Per questo motivo è importante che i pazienti siano consapevoli che la cura non finisce con la procedura di rivascolarizzazione: al contrario, i programmi di prevenzione, definita “secondaria”, devono essere particolarmente intensi e puntare a correggere a lungo termine ognuno dei diversi fattori di rischio modificabili e a facilitare l’aderenza alle terapie. Nello studio abbiamo analizzato la frequenza di recidiva di problemi coronarici in 1248 soggetti trattati al Monzino con bypass aorto-coronarico, 50% dei quali hanno partecipato al nostro programma di prevenzione secondaria in aggiunta alle normali visite cardiologiche periodiche”.
Abbiamo dimostrato che partecipando sistematicamente e attivamente a un programma personalizzato di prevenzione secondaria, l’incidenza delle recidive coronariche nei 5 anni successivi all’intervento chirurgico di bypass si riduce del 41%”, spiega Pablo Werba, Responsabile Unità di prevenzione Aterosclerosi del Monzino e primo autore del lavoro.
Il programma di prevenzione secondaria del Monzino prevede il controllo dei fattori di rischio individuali, quali i livelli troppo alti di colesterolo “cattivo” LDL, diabete, sovrappeso, ipertensione e fumo di sigaretta; esami diagnostici regolari come il controllo dei lipidi, della pressione e della glicemia; una terapia farmacologica specifica a seconda dei casi, e, soprattutto, un’educazione sanitaria e un intervento motivazionale che persuada il paziente a prendersi cura della propria salute, il cosiddetto “patient empowerment”.
Il Monzino è stato pioniere in Italia nella prevenzione secondaria, dotandosi di un’Unità dedicata alla prevenzione delle malattie cardiovascolari aterosclerotiche a 360°. Attraverso il Programma di Controllo del Rischio Cardiovascolare Globale ha coinvolto già oltre 4500 pazienti, la maggior parte in prevenzione secondaria, sviluppando progetti di ricerca per individuare nuovi fattori di rischio e meccanismi coinvolti nella malattia aterosclerotica, oltre che cambiamenti di stile di vita e farmaci con effetti “deceleranti” della malattia cardiovascolare.