Roma, 5 ottobre 2021 – “I recettori di membrana TRPV1 e il TRPM8, veri e propri sensori cellulari, possono essere considerati lo yin e lo yang della termorecezione”, spiega Rosa Maria Vitale, ricercatrice dell’Istituto di chimica biomolecolare del Cnr, relativo all’assegnazione del Premio Nobel per la medicina 2021 a David Julius e Ardem Patapoutian.
“Il primo è associato alla sensazione del caldo e viene attivato da sostanze che evocano tale sensazione come la capsaicina, il principio attivo del peperoncino, mentre il secondo media la percezione del freddo ed è attivato da sostanze, come il mentolo, che veicolano chimicamente la sensazione del freddo”.
“Alla scoperta fondamentale alla base dell’attribuzione del premio Nobel, di come le cellule trasformino segnali meccanici quali la temperatura e la pressione in segnali chimici ed elettrici, che poi vengono letti dai neuroni periferici, sono seguite ulteriori scoperte sulle funzioni di questi recettori. In particolare sono state identificate – con il fondamentale contributo del nostro gruppo di ricerca presso l’Istituto di chimica biomolecolare (Cnr-Icb), coordinato da Vincenzo di Marzo e da Luciano De Petrocellis – alcune sostanze endogene, cioè prodotte dal nostro organismo, sintetiche e ottenute da fonti naturali, in grado di legarsi ed attivare questi recettori-canale, divenuti così importanti bersagli per sviluppare nuovi farmaci per una serie di malattie e sintomi, quali il dolore neuropatico, i processi infiammatori e il cancro anche a livello del sistema nervoso centrale. Sicuramente l’attribuzione del Nobel alla scoperta dei recettori termici e meccanici, insieme alla loro recentissima caratterizzazione strutturale, imprimerà una nuova spinta a questo tema di ricerca”.