Con l’arrivo dell’inverno in piena crisi energetica globale, 3 milioni di anziani saranno costretti a rinunciare o a limitare l’utilizzo dei riscaldamenti in casa con importanti rischi per la salute dei più fragili. Numerosi studi hanno infatti dimostrato che la sensazione di freddo continua, dovuta a un’esposizione prolungata a basse temperature in casa, mina la resistenza degli anziani con effetti deleteri sulla salute e la qualità di vita fino a un maggior rischio di infarto, ictus e cadute. Dagli esperti SIGG non solo consigli pratici per aiutare gli anziani a proteggersi dal freddo in casa ma anche un appello alle istituzioni: “Gli anziani hanno bisogno di mantenere la propria abitazione adeguatamente riscaldata se possibile alla temperatura ideale di 22° – conferma Francesco Landi, presidente SIGG – È fondamentale che il Governo si faccia carico, come sta già avvenendo in Inghilterra, di quella che quest’anno rischia di essere una vera e propria emergenza di sanità pubblica causata dalla povertà energetica. Sarebbe dunque auspicabile un aiuto diretto esclusivamente alle persone con reddito basso, di età avanzata, in precarie condizioni di salute, per consentire ai più vulnerabili di evitare di ammalarsi sempre di più con risparmi anche per l’SSN”
Roma, 30 novembre 2022 – Con l’arrivo dell’inverno risparmiare contro il caro bollette può costare caro alla salute dei 3 milioni di anziani, in particolare i più vulnerabili, che in Italia vivono in condizioni di povertà energetica, cioè non sono in grado di riscaldare adeguatamente la propria abitazione per la spesa energetica troppo elevata. Avere freddo in casa con temperature ben al di sotto dei 19° previsti dalla legge, quando la colonnina del mercurio scenderà ulteriormente nelle prossime settimane, può essere dannoso per la salute in particolare degli anziani più vulnerabili. A mettere in guardia contro questi rischi sono gli specialisti della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), in occasione del 67esimo congresso nazionale che si concluderà il prossimo 3 dicembre a Roma, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
“La necessità di sopportare il freddo in casa per il caro-bollette non è solo una condizione spiacevole ma anche pericolosa per la salute degli anziani soprattutto per l’apparato cardiovascolare – afferma Francesco Landi, presidente nazionale SIGG e direttore UOC Medicina Interna Geriatrica Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, docente di Medicina Interna e Geriatria all’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma – Generalmente con l’avanzare dell’età il sistema di termoregolazione si deteriora e molti anziani avvertono maggiormente freddo anche in casa, soprattutto agli arti e alle estremità, perché l’organismo concentra il calore nelle parti fondamentali del corpo, cioè cuore, cervello e polmoni”.
“Spesso l’anziano – spiega ancora Landi – può sentire freddo perché ha una pelle sottile con minor grasso corporeo, o perché si muove o mangia poco o ha una massa muscolare ridotta e un metabolismo rallentato con minore produzione di calore. Ma una sensazione di freddo continua dovuta a un tempo prolungato di esposizione a basse temperature in casa, può comportare una riacutizzazione di malattie respiratorie e cardiache, delle cadute, con il drammatico corollario delle fratture e un aumento dei ricoveri ospedalieri e fino anche della mortalità”.
“Studi epidemiologici dimostrano che vivere in una casa fredda aumenta il rischio di ictus e infarto, in chi ha già problemi cardiaci – evidenzia Landi – Quando la temperatura in casa si abbassa, infatti, i vasi sanguigni si restringono, aumentando la pressione sanguigna e ostacolando la circolazione. Anche il nostro sangue diventa più denso, in parte a causa di un aumento dei livelli di una proteina chiamata fibrinogeno e di altre molecole responsabili della coagulazione. La restrizione dei vasi sanguigni, inoltre, porta anche a una maggiore minzione, che può causare disidratazione se i liquidi persi non vengono sostituiti in maniera sufficiente con l’assunzione di più acqua. Questi cambiamenti possono aumentare il rischio di coaguli di sangue e costringere il sistema cardiovascolare a lavorare di più”.
“Il freddo domestico può anche avere effetti dannosi sul sistema respiratorio e aggravare malattie come l’asma e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), patologie tra le più comuni nella terza età – spiega ancora Landi – Respirare aria fredda in casa può irritare le vie respiratorie e scatenare sintomi come tosse e produzione di muco. Alcune evidenze suggeriscono che basse temperature in casa possono essere il microclima ideale per la diffusione dei rinovirus e dei virus dell’influenza, che rimangono vitali più a lungo”.
Gli effetti del freddo in casa possono pesare anche sulla mobilità degli anziani con un impatto subdolo sulle cadute “Spesso gli anziani per il freddo decidono di rimanere a letto anche tutto il giorno evitando addirittura di nutrirsi adeguatamente – sottolinea Landi – Inoltre la sensazione di freddo può aumentare il dolore cronico, specialmente quello legato a patologie tipiche dell’età avanzata come l’artrite o l’artrosi. Ciò potrebbe aumentare il rischio di subire una caduta o qualche altro infortunio in casa”.
Oltre agli effetti diretti delle basse temperature, una casa fredda può innescare un’altra serie di fattori ambientali che possono comportare conseguenze dannose sulla salute degli anziani, come l’umidità e la muffa, che sono più comuni nelle case scarsamente riscaldate. “Le spore rilasciate dai funghi della muffa irritano i polmoni – avverte Landi – e possono esacerbare condizioni come l’asma. Studi scientifici mostrano che vivere in ambienti umidi e con la muffa per lunghi periodi aumenta il rischio di un declino della funzionalità polmonare”.
Gli anziani hanno dunque necessità di vivere in una casa adeguatamente riscaldata con una temperatura sufficientemente alta. Ma se in passato riscaldare un appartamento era una spesa sostenibile, oggi non è più possibile per gli anziani con un reddito basso a causa del caro-bollette.
“Si stima che in Italia siano 3 milioni gli anziani non in grado di riscaldare adeguatamente le proprie case e che in Europa sono 36 milioni di over 65 che soffrono di “povertà energetica” – prosegue Landi – Per consentire agli anziani di sopravvivere ai rincari dei costi dell’energia, evitando conseguenze gravi per la salute, sarebbe auspicabile che il Governo si facesse carico di questa situazione che rischia di diventare una vera emergenza di sanità pubblica, con aiuti diretti esclusivamente alle persone di età più avanzata, con reddito basso e in condizioni critiche di salute”.
“Un progetto pilota è già in corso di sperimentazione in Inghilterra e prevede di assicurare un finanziamento dal Fondo governativo di sostegno alle famiglie, per estenderlo ad anziani con più di 60 anni affetti da patologie polmonari croniche come enfisema, bronchite cronica e in difficoltà a pagare le bollette del riscaldamento. Un’azione preventiva di questo tipo anche in Italia eviterebbe agli anziani di ammalarsi sempre di più, riducendo i ricoveri con maggiori risparmi per l’SSN” conclude Landi.
5 consigli pratici dei Geriatri per aiutare gli anziani a proteggersi dal freddo in casa
- Evitare dispersione di calore chiudendo le porte di alcune stanze e le fessure degli infissi da cui potrebbero passare degli spifferi;
- Indossare indumenti a strati e anche biancheria intima di lana;
- Preferire il consumo di zuppe e vellutate, frutta cotta e verdura di stagione, ma anche di tisane, tè e infusi;
- Arieggiare i locali evitando di tenere le finestre aperte troppo a lungo, per il necessario cambio d’aria, e mai di sera quando la temperatura esterna tende ad abbassarsi ancora;
- Durante la giornata, soprattutto se c’è il sole, tenere le persiane alzate e lasciare che la luce e il calore entrino in casa. Al tramonto, abbassare tutto per mantenere il tepore accumulato durante le ore diurne.