Genova, 9 luglio 2020 – Dopo 4 mesi, ovvero 136 giorni consecutivi di attività emergenziale, è stato dimesso oggi l’ultimo paziente Covid+ del reparto di Malattie Infettive, ufficialmente Covid free. Questi alcuni dati riferiti al reparto:
- Il 1° paziente COVID+ è stato ricoverato il 24 febbraio, mentre l’ultimo paziente positivo è stato dimesso stamani, 9 luglio 2020.
- Della struttura di Patologia Complesse sono stati utilizzati per la degenza dei pazienti il piano -1, -2 di Malattie Infettive e successivamente anche il piano +1 della struttura.Il reparto di Malattie Infettive si estende su 1.179,2 m2 piano -1, 1.201 m2 piano -2, 1.369,1 m2 piano +1.
- Il numero di stanze di isolamento utilizzate in reparto è di 8 al piano -1 e di 1 al piano -2.
- Sono 51 complessivamente i posti letto del reparto di cui: 24 posti letto al piano -1 e 17 posti letto al piano -2 e 10 posti letto al +1.
- Durante l’emergenza hanno operato in reparto 22 medici (21 dirigenti medici + direttore), 9 specializzandi, 72 infermieri e 8 OSS.
- Durante il picco emergenziale, il team del prof. Bassetti ha lavorato 15 ore consecutive, per un totale di 14 giorni consecutivi.
- Il paziente più giovane ricoverato aveva 27 anni, il più vecchio 90 anni.
- La degenza più lunga è stata di 78 giorni.
- In totale sono stati ricoverati 315 pazienti, di cui 220 uomini e 95 donne.
- Il paziente più distante proveniva dal Cile.
- Sono oltre 10 mila i pasti che, durante l’emergenza, sono stati consegnati al reparto di Malattie Infettive da parte di privati e di tante realtà commerciali dell’intera regione.
- Sono 439 le uscite stampa, tra interviste e articoli, dedicati al solo reparto di Malattie Infettive.
“Con oggi si chiude un’esperienza unica, personale e collettiva – sottolinea il Direttore Generale del Policlinico Giovanni Ucci – un evento drammatico ed imprevedibile che ha impegnato il San Martino e tutto il sistema sanitario ligure a fronteggiare la pandemia Covid-19. Dagli inizi del lockdown con la costituzione a San Martino della cabina di regia che si è riunita a mezzogiorno, tutti i giorni, festivi compresi, per rispondere alle pressanti esigenze delle prime settimane, quando le ambulanze si allineavano davanti al nostro Pronto Soccorso. La pressante necessità di individuare percorsi sicuri, ampliare la capacità delle terapie intensive, aprire nuovi reparti Covid, con le Malattie Infettive sempre nel ruolo di ‘pivot’. Un grande gioco di squadra che ha visto coinvolte tutte le strutture, i professionisti e il personale di ogni ordine e grado, che ringrazio per la grande disponibilità e profonda abnegazione. San Martino in questa emergenza ha dato il meglio di se e i risultati ci sono stati ampiamente riconosciuti, anche in maniera tangibile dal diffuso e concreto supporto ricevuto. Ora l’impegno è a riprendere quanto prima le attività correnti ma preparandosi con cura ad una possibile ripresa epidemica autunnale”.
“Il reparto di Malattie Infettive – spiega Franca Martelli, Direttore Sanitario del Policlinico – era distribuito su 2 piani al Padiglione Patologie Complesse, il 16 aprile al piano +1 del Padiglione Patologie Complesse è stato aperto un reparto a gestione integrata infettivologica – oncologica/ematologica di 10 posti letto per accogliere pazienti oncologici e/o pazienti ematologici che avevano contratto l’infezione da Covid ma che non potevano differire i trattamenti antitumorali. Oggi, 9 luglio, viene dimesso l’ultimo paziente Covid guarito da Malattie Infettive dunque il reparto del Professor Bassetti torna a collocarsi su 2 piani (-1 e +1) e il reparto -2 – conclude la dottoressa Martelli – resta in stand-by nell’eventualità che sia necessario riattivarlo in caso di una possibile recrudescenza autunnale dell’infezione Covid”.
“Abbiamo passato intere giornate insieme ed in alcuni momenti è stata durissima – racconta Matteo Bassetti, Direttore della Clinica Malattie Infettive e Tropicali dell’Ospedale Policlinico San Martino – Il COVID ci ha insegnato quanto sia importante la multidisciplinarietà e l’unione delle forze. Questi quattro mesi di convivenza con i nostri pazienti affetti da COVID hanno rinsaldato vecchi rapporti e ne hanno costruiti di nuovi. Oggi possiamo dire di essere una grande famiglia!”.