Roma, 17 giugno 2017 – Multidisciplinarietà dell’approccio clinico; personalizzazione delle terapie; interazione tra clinica, ricerca e didattica; il paziente al centro; un patrimonio strutturato di dati al servizio della cura. Sono questi i cinque caratteri distintivi della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma raccontati nelle 137 pagine del Bilancio di Missione 2016, articolato in 3 capitoli (Generare valore sostenibile; L’offerta clinica, la ricerca scientifica; Ricerca, innovazione e informazione) presentato a tutta la comunità ospedaliera lo scorso 14 giugno.
Il Bilancio di Missione 2016, che descrive il primo anno completo di attività della Fondazione Gemelli, presenta in maniera dettagliata il modello organizzativo dell’offerta clinica-assistenziale che ridisegna l’intera struttura secondo una distribuzione di attività per Poli e per Aree assistenziali, con l’obiettivo di offrire a ciascun paziente una proposta di cura il più possibile omogenea e completa, mettendo a sistema le tante e preziose competenze multidisciplinari che convivono nel Policlinico Gemelli.
Il 2° Bilancio di Missione della Fondazione Gemelli, sviluppa anche un percorso fotografico che esalta l’aspetto emozionale di “attenzione umana al paziente” nel percorso di cura offerto ai circa 100 mila ricoverati nel 2016 (96.574) di cui oltre il 20% da fuori Lazio.
Ma qual è il volume dell’attività in un giorno qualunque di vita al Gemelli? 265 pazienti ricoverati, 225 persone che accedono al Pronto Soccorso di cui 7 codici rossi, cioè in imminente pericolo di vita, 128 interventi chirurgici, 11 bambini nati, 9.630 prestazioni ambulatoriali per pazienti non ricoverati, 4.400 procedure di accettazione, 3.500 pasti erogati a pazienti e personale, 2.193 visite al sito web Policlinicogemelli.it, 411 referti online. Sono questi i principali numeri giornalieri, in crescita rispetto agli anni precedenti.
Con 8 poli clinici e di ricerca, 121 unità assistenziali di cui 97 unità operative complesse, 173 aree operative semplici, 1.550 posti letto, il Policlinico Universitario A. Gemelli è il secondo ospedale italiano per grandezza e uno dei principali ospedali oncologici nazionali, centro di eccellenza per cure, innovazione e ricerche mediche cercate senza sosta grazie alla sinergia con gli istituti della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica.
Un lavoro continuo nelle 24 ore che impegna complessivamente 5.285 lavoratori, di cui 988 medici e 2.093 infermieri, realizzato anche con il contributo di 400 volontari di 40 associazioni non profit che offrono il loro aiuto ai malati e ai loro familiari per quelle esigenze che vanno oltre l’assistenza strettamente medica e infermieristica.
Con tante specificità che vanno dalla multidisciplinarietà e trasversalità dell’approccio, alla personalizzazione delle terapie alla interazione tra clinica, ricerca e didattica, avendo sempre il paziente al centro e non la sua patologia; inoltre la possibilità di attingere a un patrimonio di big data al servizio della cura.
Il Bilancio di Missione 2016 non è solo un rendiconto dell’attività svolta lo scorso anno, ma è anche una fotografia dettagliata della nuova struttura organizzativa, che sottolinea le specificità e gli assetti con cui la Fondazione ha già iniziato ad affrontare la sfida del consolidamento dell’esistente e della crescita futura.
“Il Bilancio di Missione della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli, riferito all’esercizio 2016, suggella il primo anno di piena attività della Fondazione, che dal 1° agosto 2015 ha assunto la titolarità e la gestione del Policlinico Gemelli”, afferma nella introduzione il Presidente Giovanni Raimondi. Il Bilancio di Missione, continua, “rappresenta le iniziative assunte e i risultati conseguiti per l’attuazione della missione propria della Fondazione”, che trova la propria sintesi “nel perseguimento, in conformità ai principi della dottrina cattolica, della tutela e della promozione della persona umana nell’ambito dell’assistenza sanitaria, della formazione, della ricerca scientifica e dell’innovazione in campo biomedico e sanitario”.
Il Bilancio di Missione 2016 sottolinea, oltre all’estensione dell’offerta clinica e all’innovazione generata all’interno della struttura, anche il valore generato per la comunità, afferma il Direttore Generale Enrico Zampedri.
“Tutti i nostri comportamenti – spiega il Direttore Generale – sono ispirati da precise parole-chiave: attenzione alla persona malata, multidisciplinarietà, gestione, confronto, coinvolgimento dei colleghi e dei collaboratori. Sono le condizioni che ci permettono di affrontare al meglio questa fase di profondo cambiamento che il mondo della cura sta attraversando”.
Senza tralasciare il valore della ricerca, anzi: non ci può essere eccellenza assistenziale senza una ricerca d’eccellenza. Per curare bene bisogna saper fare ricerca e bisogna saper fare formazione. I numeri della ricerca nel 2016, frutto della sinergia con la Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, lo esprimono con evidenza: 241 progetti di ricerca sviluppati, oltre 1.500 pubblicazioni scientifiche, 247 studi profit valutati dal comitato etico, 2.926.389 Euro finanziamenti UE per la ricerca, 10.600.000 il valore dei progetti di ricerca universitari.
Il Bilancio di Missione dà conto a tutti – pazienti e loro familiari, collaboratori, istituzioni, fornitori, comunità interna – dei primi risultati tangibili di questo nuovo modello di governance, che già evidenzia elementi importanti come la ridefinizione della disciplina contrattuale per tutti i dipendenti della Fondazione e una gestione progettuale che guarda alla sostenibilità attraverso efficacia ed efficienza dell’attività.
“Con la fine del 2016 – sottolinea Raimondi nella presentazione del volume – si è chiusa una prima fase di vita della Fondazione, legata alla straordinarietà dell’evento del conferimento e all’avvio di una organizzazione profondamente rinnovata pur nel segno della continuità. Rimangono di fronte a noi sfide impegnative nel segno del recupero di efficienza ed efficacia, sfide che affrontiamo consapevoli della loro gravosità, ma con la serenità di una chiara visione progettuale che trova compiuta espressione nel nuovo Piano Strategico 2018-2021. Dobbiamo essere sempre consapevoli del fatto che il perseguimento dei nostri ‘valori’ è inscindibilmente legato alla creazione di ‘valore’ stabile per tutti gli stakeholders della Fondazione; valori e valore non sono due concetti antitetici, e solo perseguendoli insieme saremo in condizione di conservare e rafforzare nel tempo la centralità della nostra Istituzione e affrontare le nuove sfide cui siamo chiamati a dare risposta”.