Roma, 23 novembre 2022 – La scorsa settimana la popolazione globale ha raggiunto gli 8 miliardi, in aumento di 1 miliardo in soli 11 anni, un risultato storico frutto del graduale ma costante aumento della durata della vita reso possibile da farmaci e cure sempre più efficaci, maggiore attenzione agli stili di vita e al miglioramento delle condizioni igieniche.
Lo scenario che si presenta di fronte alle nuove generazioni è tuttavia quello di un presente difficile e di un futuro incerto, caratterizzato da sfide complesse, spesso interrelate tra loro, di tipo economico e sociale, come il rallentamento della crescita globale e la polarizzazione dei redditi. Sullo sfondo rimane poi la sfida più grande, da cui dipende la sopravvivenza dell’attuale sistema: la crisi climatica e i suoi effetti, come l’aumento degli eventi meteorologici estremi e dei disastri naturali.
Considerando gli attuali modelli di consumo, nel 2030 saranno necessari due Pianeti Terra interi per fornire all’uomo tutte le risorse di cui necessita, ma il conto da pagare per uno sfruttamento e un degrado degli ecosistemi senza precedenti si presenta già oggi.
Oltre agli impatti sui sistemi naturali e urbani, se procediamo a questa velocità verso “l’inferno climatico” – come lo ha recentemente definito il Segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres in occasione della COP27 – ad ogni decimo di grado in più aumentano anche i rischi per la salute e il benessere umano, a partire dalla mortalità e dalle morbilità di patologie ad alto impatto, come quelle cardiovascolari.
A livello globale, esiste già una bussola orientata alla visione alla base della Planetary Health: i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, che mirano alla costruzione di un mondo più sano per gli esseri umani e per gli animali, in armonia con l’ambiente e in cui la promozione della salute e del benessere è trasversale a tutti gli ecosistemi sociali ed economici.
Gli SDGs non rappresentano solo buoni propositi: per i Governi possono diventare un framework di riferimento per l’allocazione della spesa pubblica e per i diversi settori economici una guida per lo sviluppo di un approccio strategico alla sostenibilità.
Condividendo molti dei principi che guidano l’Agenda 2030, come l’orientamento alla promozione di una salute equa e accessibile per tutti, la tutela del benessere e della produttività delle persone, o la propensione all’innovazione, il settore delle Life Sciences ha il potenziale per diventare uno dei protagonisti della transizione verso la sostenibilità nel lungo periodo.
Investendo su 5 caratteristiche chiave del settore – science-based, trasparente e aperto all’innovazione, circolare, resiliente e carbon neutral – le imprese possono partecipare attivamente al cambiamento, una scelta che nella maggior parte dei casi risulta premiante anche a livello di performance economica e di mercato.