Roma, 3 agosto 2021 – Il Sistema Sanitario Nazionale deve costantemente rinnovarsi per offrire un’efficiente formazione dei propri operatori. Secondo questo nuovo modello formativo, gli Operatori Sanitari possono accrescere le loro competenze attraverso l’uso di strumenti innovativi, di elevato contenuto scientifico e professionale e ad alta qualificazione tecnologica che permettono di simulare situazioni operative reali.
In questo quadro, sempre più rilievo sta assumendo la “Simulazione Sanitaria ad Alta Fedeltà”, intesa come utilizzo di metodologie e strumenti evoluti (robot, manichini di alta fedeltà o software procedurali) che ricreano le situazioni e gli ambienti, le patologie e gli effetti degli interventi, simulandole in una realtà virtuale allo scopo di insegnare procedure diagnostiche e terapeutiche, ripetere processi e concetti medici, assumere decisioni da parte di un professionista della sanità o di un team di professionisti.
L’importanza di una certificazione riconosciuta
La Certificazione delle Professioni e delle Competenze deve fornire un riconoscimento chiaro, sicuro nei suoi contenuti, affidabile nelle aspettative, controllato nella sua erogazione. La completezza e l’efficacia del percorso vengono assicurate dalla certificazione emessa da un Ente di Certificazione accreditato, sul quale Accredia, ente accreditante italiano, vigila per la corretta ed efficace applicazione delle norme e dei contenuti professionali.
La scelta di una formazione che sia preparazione ed esercizio professionale genera la partnership Vits e Accurate, due player di primo livello in ambito nazionale e internazionale nell’ambito della formazione e simulazione, le quali, forti dei loro investimenti in ricerca e innovazione, hanno avviato nel 2020 il percorso di Certificazione per “Esperto Istruttore di simulazione in medicina”, certificando più di 80 medici e iscrivendoli nel Registro nazionale di Accredia, con una visibilità internazionale.
“La realizzazione di questo percorso formativo e la regolamentazione di un esame finale nascono proprio dall’esigenza di identificare in modo ufficiale la figura del Professionista Esperto nelle tecniche andragogiche basate sulla medicina di simulazione – sottolinea Augusto Zaninelli, Presidente dell’Associazione Scientifica The System Academy di Firenze – In un approccio moderno all’insegnamento della medicina non ci si può esimere dal fornire ai discenti la possibilità di esercitare la professione con prove pratiche che simulino scenari clinici più o meno complessi, nella concatenazione degli assiomi “fare anche per sbagliare e sbagliare per imparare”.
“È stato dimostrato come la possibilità di commettere errori, senza alcun rischio per i pazienti, muovendosi in ambiti simulati, sia estremamente utile per aumentare la sicurezza degli interventi futuri. Perché la simulazione medica sia prossima al vero, essa ha necessità di Istruttori specificamente preparati, pertanto l’Istruttore deve essere un Esperto in grado di associare le conoscenze specifiche (il sapere), con le adeguate abilità pratiche (il saper fare), ma anche con la parte più difficile da trasmettere come gli aspetti psicologici, le capacità intuitive e l’arte della comunicazione (il saper essere) – prosegue Zaninelli – Per questo è stata creata una Prassi di Riferimento che, approvata dalle autorità competenti, consente ad Enti di Certificazione di emettere certificati che riconoscano la conformità delle competenze dei professionisti rispetto ai requisiti della prassi di riferimento, permettendo ai candidati di qualificarsi come “Esperto Istruttore in Medicina di Simulazione”. Si tratta di un ulteriore impegno verso l’evoluzione della preparazione della classe medica, allo scopo di migliorare la salute dei cittadini del nostro Paese, grazie anche al determinante contributo di Aziende moderne e lungimiranti come la partnership ViTS-Accurate, che investe in formazione qualificata, in sinergia con quanto emerge dal PNNR dell’attuale governo”.
La simulazione come metodo moderno di formazione
Questo tipo di certificazione rappresenta un enorme passo avanti nell’ambito della simulazione in medicina, in quanto fino ad oggi non esisteva nessun riferimento normativo che certificasse in modo oggettivo e riconosciuto l’importante competenza didattica di un istruttore di simulazione. Nel nostro Paese esistono già diversi modelli di implementazione di questa pratica, che a questo punto viene sistematizzata e istituzionalizzata.
“La mia esperienza come responsabile nazionale degli istruttori di simulazione del centro aicsimulaire di Bologna riguarda gli anestesisti rianimatori – spiega Gilberto Fiore, anestesista rianimatore presso ASL Torino 5 – La simulazione ad alta fedeltà è un metodo imprescindibile per la formazione di tutti i sanitari. Avere del personale così pronto permette di migliorare la performance per le emergenze, che del nostro settore rappresentano la routine. La nostra specialità è stata tra le prime a credere nella simulazione perché permettere di effettuare per infinite volte ciascuna pratica, dando tranquillità al team che va ad affrontare lo scenario. Anche gli istruttori vengono mantenuti attenti e con performance elevate. La certificazione aggiunge un valore in più perché permette di essere controllati e verificati nella propria capacità sia di insegnamento che di apprendimento. Un controllo esterno indipendente dalle varie associazioni di categoria è una reale verifica delle capacità degli istruttori”.
“La simulazione rientra appieno nel percorso di formazione del personale sanitario, sia medico che infermieristico – sottolinea il prof. Stefano Perlini, UOC Pronto Soccorso e Accettazione Dipartimento Medicina Interna Università degli Studi di Pavia – Grazie alla simulazione è possibile procedere nel modo migliore possibile alle pratiche di urgenza, emergenza e anche nella pratica clinica quotidiana. L’esigenza di fare in modo che i percorsi siano condivisi tra le varie strutture rende una garanzia il processo di certificazione. Certificare vuol dire attestare sulla base delle attuali conoscenze delle società scientifiche di settore facendo un percorso educativo e formativo completo e corretto. In questo senso il fatto di certificarsi come istruttori vuol dire alzare l’asticella sulla professionalità con cui facciamo questo tipo di lavoro, che è una formazione continua per studenti, specializzandi e personale strutturato”.
“In virtù della mia esperienza nella formazione sulla rianimazione neonatale, posso rilevare quanto la simulazione offra feedback molto simili alla realtà, con un coinvolgimento molto ampio del personale sanitario – evidenzia il prof. Daniele Trevisanuto, Professore Associato di pediatria all’Università di Padova – Sievitano così i cosiddetti “errori di fissazione”, che si verificano allorquando venga a mancare una visione onnicomprensiva, mentre diventa possibile un coinvolgimento molto attivo e un apprendimento completo. La simulazione ad alta fedeltà è ormai entrata in molti ospedali italiani come modalità efficace per migliorare la cura del paziente; si può usare in qualsiasi ambito, ma soprattutto nelle emergenze, dove anche il minimo errore può essere fatale. Sicuramente sarà la modalità di formazione del futuro, anche per l’insegnamento che può offrire agli specializzandi, che spesso non possono essere coinvolti tutti nelle emergenze. In un ospedale piccolo, ad esempio, con circa mille nati l’anno, vedrebbe solo un numero ridotto di casi. Esercitarsi sul manichino è inevitabilmente diverso, ma si avvicina molto alla realtà”.