Torino, 5 dicembre 2018 – Sono stati raggiunti i 9.000 trapianti in Piemonte. Un traguardo eccezionale e prestigioso, che conferma il Piemonte al top in Italia in questo campo. L’ultimo, il 9.000, è stato un trapianto di fegato, effettuato con successo il 30 novembre, presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, ad un uomo di 67 anni dalla provincia di Alessandria, affetto da epatopatia di origine virale complicata da un tumore al fegato.
A livello italiano il Piemonte è da sempre collocato in posizioni di eccellenza: i centri di trapianto di rene e di fegato occupano costantemente le prime posizioni, come pure quelli dei trapianti toracici, certamente con numeri più piccoli su tutto il territorio nazionale per la minor quantità di donatori idonei per questa tipologia d’organo.
La Città della Salute è quella che in Italia trapianta il maggior numero di organi da donatore deceduto: 330 nel 2017. I dati di riuscita dei trapianti indicano in maniera evidente che essi rappresentano ad oggi la terapia che consente ai pazienti la miglior prospettiva di vita.
Esaminando solo gli ultimi anni per i trapianti eseguiti in Piemonte ci assestiamo, per il rene, ad una sopravvivenza dell’organo a 5 anni pari a 83%. Il cuore ha una sopravvivenza del 70%, il fegato dell’82%, i polmoni del 46%. Questi dati testimoniano gli importanti progressi organizzativi e chirurgici, di gestione della terapia immunosoppressiva, di mantenimento del donatore e gestione del paziente, e del lavoro coordinato di professionisti di discipline diverse.
Dietro a questi successi ed ai grandi numeri ci sono i donatori e le loro famiglie: a loro corre il primo ringraziamento. Occorre poi ringraziare tutti i professionisti che si sono dedicati ai trapianti: le équipes di chirurgia cardiotoracica, di cardiologia e di pneumologia dell’ospedale Molinette e di quello Infantile Regina Margherita di Torino; le équipes di chirurgia epatica e pancreatica e le gastroenterologie degli stessi due ospedali; le équipes di urologia, di chirurgia vascolare e di nefrologia dei due ospedali torinesi e di quello di Novara.
Sono infatti numerose le strutture e le persone che sono chiamate ad operare, spesso nelle ore notturne, nella gestione, prelievo e trapianto di organi che provengono da regioni diverse ed alcune volte anche da Paesi esteri. Ed ancora occorre ringraziare i professionisti degli ospedali che segnalano i potenziali donatori deceduti, i coordinamenti regionali, ospedalieri e di trapianto per l’ottimo lavoro di squadra che ha permesso di raggiungere l’eccellenza dell’attività trapiantologica.