Catania, 23 gennaio 2019 – I Pronto Soccorso siciliani presi d’assalto, barelle esaurite, ambulanze in coda e pazienti meno gravi in attesa per ore. Giorni da incubo per molti cittadini che si sono rivolti alle cure mediche negli ospedali siciliani, investiti da un alto numero di accessi, dovuto al picco influenzale: un alto afflusso legato soprattutto ad anziani con problemi respiratori, pazienti che devono necessariamente essere tenuti in osservazione.
Secondo quanto risulta dal bollettino dell’Istituto Superiore della Sanità, le Regioni del Sud Italia sono quelle maggiormente colpite ed in particolare la Sicilia.
“La diffusione dell’influenza, iniziata a novembre, è andata crescendo fino ai primi di gennaio, con un trend che sembra destinato ad aumentare. Un quadro confermato anche dall’aumento degli accessi in pronto soccorso – spiega Calogero Coniglio, segretario regionale della Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei – la maggior parte dei pazienti si rivolge ai pronto soccorso a causa di alcune complicanze che possono colpire i soggetti più fragili mettendo il personale ospedaliero a dura prova”.
Una situazione che ha portato i pazienti a prendere letteralmente d’assalto gli ospedali siciliani. In altre parole, le strutture ospedaliere sono in grado di fronteggiare le patologie più gravi, ma il collo di bottiglia riguarda quelli meno gravi. Un problema di cui si parla da anni, ma che fino a questo momento non ha trovato soluzione.
È necessario liberare posti nei reparti, dare incentivi al personale del pronto soccorso, assumere nuovi infermieri, medici, personale di supporto e potenziare le strutture di osservazione breve. I picchi di influenza, lo scorso inverno, hanno fatto registrare attese per i pazienti che hanno superato le ventidue ore ed oggi in generale è possibile aspettare anche due giorni per essere ricoverati.
Secondo le segnalazioni ricevute dal sindacato Fsi-Usae si registrano le situazioni peggiori nei pronto soccorso del Villa Sofia-Cervello di Palermo, del policlinico di Messina, del Garibaldi e Policlinico di Catania e del nuovo ospedale di Ragusa, dovuti alle solite carenze di organico e cattiva organizzazione, con il rischio che tale condizione perduri per tutto il periodo invernale.
Una situazione risolvibile secondo la Fsi-Usae apportando nuovo personale negli ospedali e aumentando i posti letto soprattutto nelle Medicine e Geriatrie.
“Il personale è costretto a operare in condizioni critiche, stressati e sommersi da turni e condizioni di lavoro estremi, ad affrontare l’emergenza e a metterci la faccia di fronte a pazienti e familiari indignati per la situazione di precarietà organizzative che sono costretti a subire in molti ospedali. Giorno 30 gennaio siamo stati convocati a Palermo dall’Assessore regionale Razza, solleciteremo maggiore attenzione, un intervento urgente e una soluzione efficace”, conclude Calogero Coniglio.