Pazienti obesi, in arrivo il documento che garantisce maggiore sicurezza in ospedale

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Le dichiarazioni della prof.ssa Flavia Petrini, ordinario all’università Gabriele D’Annunzio di Chieti-Pescara, al 70° Congresso Nazionale della Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione, Terapia Intensiva

obesa-visita-medica-pressioneNapoli, 28 ottobre 2016 – Verrà pubblicato sulla rivista della SIAARTI a dicembre ed è il risultato di un progetto che riunisce tutte le società scientifiche. A parlare del documento sugli obesi è Flavia Petrini, professore ordinario all’università Gabriele D’Annunzio di Chieti-Pescara, al 70° Congresso Nazionale della Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione, Terapia Intensiva, in corso alla Mostra d’Oltremare di Napoli, dal 26 al 29 ottobre.

“Si chiama Perioperative Airway Management & Obesity e – spiega la prof.ssa Petrini – è un progetto che la SIAARTI sta coltivando da oltre un anno e mezzo. Al congresso di Bologna dell’anno scorso avevamo dato avvio alla collaborazione con le altre 25 società scientifiche che ci hanno seguito e hanno sottoscritto il documento. Ci siamo accorti che come in altri paesi europei la popolazione italiana sta lentamente progredendo verso un aumento del peso medio e noi come anestesisti e rianimatori possiamo trovarci in difficoltà e faticare a garantire la sicurezza o quando il paziente è candidato alla chirurgia o quando viene trattato in emergenza al pronto soccorso o nei punti nascita: le gravide, quando sono obese, sono sempre pazienti”.

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Prof.ssa Flavia Petrini

Secondo la docente “il documento ha prodotto un grande risultato, è riuscito a individuare una serie di strategie durante il percorso di ospedalizzazione. L’obeso – specifica Petrini – può avere problemi respiratori che possono emergere con importanza dopo o durante un’anestesia o quando è controllato da persone non educate a porre attenzione su certi aspetti: ad esempio il dolore post operatorio”.

Vanno tuttavia sottolineate le principali difficoltà che possono insorgere nel trattamento di pazienti obesi. “Identificare pazienti che hanno determinati rischi. Per esempio respiratori – spiega la prof.ssa Petrini – Ci sono pazienti che pur non avendo una diagnosi possono soffrire di patologie del sonno, che noi possiamo intercettare. Una visita anestesiologica condotta in tempi adeguati consente di prendere precauzioni per la sala operatoria. Ma anche identificare alcuni criteri per la gestione delle loro vie aeree. Non tutti gli ospedali sono così attenti a garantire attrezzature atte a garantire la sicurezza. Dobbiamo aumentare il livello di sicurezza”.

Tutto questo “vale – conclude la docente – anche per l’area critica, intesa come pronto soccorso e terapia intensiva, ma anche prima di arrivarci. Un particolare al quale non si pensa: che letti, barelle ma anche la tac possano accogliere un paziente di dimensioni maggiori. Spesso – ricorda Petrini – solo nell’emergenza ci si rende conto di non avere l’organizzazione adeguata. È molto importante segnalare dove mancano queste attrezzature per poter centralizzare i pazienti nei presidi dove si riesce a garantire la loro sicurezza”.

fonte: ufficio stampa

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