Terni, 1 dicembre 2019 – Monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio o, per gli addetti ai lavori, anche IOM. Parole un po’ oscure per la maggior parte delle persone che non lavorano in ambito medico-sanitario, ma che sono sinonimo di sicurezza e qualità nell’ambito dell’attività neurochirurgica.
Il sistema di monitoraggio intaoperatorio IOM è infatti di una tecnica evoluta che ancora pochi centri garantiscono in Italia e che all’ospedale di Terni, invece, grazie alla struttura dipartimentale di Neurofisiopatologia diretta da Domenico Frondizi, già da alcuni anni è divenuta uno standard nel trattamento neurochirurgico elettivo di alcune patologie neurologiche oncologiche e traumatologiche craniche e spinali.
“Con lo sviluppo dell’attività neurochirurgica elettiva, si pensi solo agli interventi a paziente sveglio ma anche al protocollo sperimentale di inoculazione di cellule staminali in pazienti affetti da SLA (sclerosi laterale amiotrofica) – spiega il dott. Domenico Frondizi – il monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio in neurochirurgia, possibile grazie ad una sofisticata apparecchiatura di cui il nostro servizio dispone da diversi anni, è diventato una risorsa di supporto insostituibile nell’ambito della neurochirurgia elettiva oncologica, vascolare e traumatologica. Infatti con questo sistema il neurochirurgo è in grado di individuare durante l’intervento chirurgico le aree nobili del cervello e pertanto di operare con il massimo grado di sicurezza, preservando le funzioni neurologiche monitorizzate, e garantendo gli elevati standard di qualità richiesti alle strutture di eccellenza”.
A questa tecnica, così importante per garantire elevati livelli di sicurezza in neurochirurgia, è stato dedicato un aggiornamento professionale, il quinto promosso dall’Azienda ospedaliera S. Maria di Terni, che si è svolto in due giornate: il 28 novembre a Castedilago per la parte teorica e il giorno successivo all’ospedale di Terni per la parte pratica, nel corso della quale i discenti hanno potuto assistere, in collegamento con la sala operatoria, ad un monitoraggio durante un intervento neurochirurgico eseguito dal dottor Carlo Conti.
Al convegno hanno partecipato il responsabile della struttura di Neurofisiopatologia Domenico Frondizi, il direttore della struttura complessa di Neurochirurgia Carlo Conti e altri esperti a italiani come Carmelo Anile di Roma, Paolo Costa di Torino, Rocco Quatrale di Venezia, Giuseppe De Scisciolo di Firenze.
Oltre al monitoraggio intraoperatorio, l’attività della struttura di Neurofisiopatologia è fondamentale per la diagnosi clinica e strumentale di alcune malattie neurologiche come l’epilessia, sia infantile che dell’età adulta, delle malattie muscolari e del sistema nervoso periferico e centrale, e conta ogni anno circa 2.300 elettroencefalogrammi, 1.300 elettromiografie, 300 potenziali evocati e 900 visite ambulatoriali.