Intervista al prof. Federico Lavorini, Professore Ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio presso l’Università degli Studi di Firenze, e Direttore della Struttura Organizzativa Dipartimentale Complessa di Pneumologia e Fisiopatologia Toraco-Polmonare presso l’Ospedale Careggi, Firenze
Prof. Lavorini, la nebulizzazione (l’aerosolterapia tradizionale) è una metodologia ancora attuale ed efficace negli adulti di ogni età?
I nebulizzatori sono dei dispositivi che generano aerosol e sono molto diffusi ed utilizzati per la terapia di varie patologie respiratorie. Uno studio clinico europeo ha rilevato che 1/4 delle prescrizioni è rappresentato da farmaci per nebulizzazione, a dimostrazione della validità, attualità ed efficacia dell’aerosolterapia. Il nebulizzatore è un dispositivo che converte un liquido in aerosol capace di essere inalato dal paziente e depositato nelle vie respiratorie richiedendo al paziente un minino sforzo collaborativo: il paziente deve solo respirare.
Un aspetto molto importante, in particolare per alcune tipologie di pazienti quali gli anziani che possono presentare difficoltà e limiti fisici ma anche cognitivi. I nebulizzatori di oggi (disponibili sia per terapie ospedaliere sia per terapia da effettuarsi a casa) sono utilizzabili in particolare per il trattamento di alcune patologie respiratorie anche gravi e croniche.
Quali sono le peculiarità e i vantaggi di una somministrazione di soluzione fisiologica e/o farmacologica tramite nebulizzazione?
La nebulizzazione vanta la capacità di far assumere a livello delle vie aeree farmaci (con dosaggi inferiori rispetto alla via sistemica) o combinazioni di farmaci, tra di loro compatibili ed efficaci, con ridotti effetti collaterali e richiedendo una minima collaborazione da parte del paziente, rispetto ad altri dispositivi inalatori.
È importante sottolineare che un buon sistema di nebulizzazione deve essere in grado di:
- erogare una quantità di farmaco respirabile con particelle di diverse dimensioni ma capaci di raggiungere con esattezza la zona del sistema respiratorio da curare;
- essere veloce, nebulizzando in un tempo breve, e con poca perdita di farmaco, la terapia.
I moderni nebulizzatori (a differenza dei vecchi nebulizzatori più difficili da gestire per dimensione e complessità di assemblaggio) seguono degli standard internazionali che richiedono e certificano la loro sicurezza, conformità, e compatibilità degli accessori.
La nebulizzazione è infatti “un vero e proprio sistema” con accessori (compressori, ampolle, boccagli, mascherine) che vengono utilizzati in funzione della patologia da trattare e delle caratteristiche del paziente.
Possiamo quindi parlare di “sistema di nebulizzazione” che presenta più vantaggi:
- a livello terapeutico: possibilità di utilizzare più farmaci compatibili tra loro che possono essere mischiati nella medesima ampolla (è importante che il medico/lo specialista scelga l’opzione più appropriata sulla base delle caratteristiche chimiche dei farmaci da utilizzare in combinazione);
- a livello pratico: il paziente non deve fare fatica, la terapia è semplice e non richiede sforzi particolari se non respirare.
Queste peculiarità sono particolarmente importanti per alcune fasce d’età: soprattutto quella pediatrica ma anche quella degli anziani.
Quali le malattie delle basse vie respiratorie, in particolare, in cui è consigliabile l’utilizzo della nebulizzazione?
La nebulizzazione è particolarmente indicata per il trattamento delle malattie ostruttive come l’Asma e la BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva); le Linee Guida GOLD (BPCO) e Linee Guida Gina (Asma) suggeriscono la terapia anche con nebulizzatori in particolare nelle forme di riacutizzazione, nelle forme gravi e acute.
L’aerosolterapia mediante moderni nebulizzatori trova indicazione anche nella fibrosi cistica specie per la somministrazione di peptidi o di antibiotici (che con la terapia sistemica potrebbero dare effetti collaterali).
Le caratteristiche del paziente sono, inoltre, alla base della scelta della nebulizzazione: nel paziente anziano con grave comorbilità, che limita fortemente la capacità di coordinazione e di utilizzo di dispositivi portatili, il nebulizzatore di oggi trova indicazione, come anche nel paziente ricoverato in terapia intensiva e sottoposto a ventilazione meccanica.
L’aerosolterapia può essere una tecnologia valida anche per patologie gravi, croniche delle basse vie respiratorie sia nel paziente adulto sia nell’anziano?
Si, le Linee Guida internazionali consigliano l’aerosolterapia nel trattamento particolarmente nelle fasi acute delle patologie delle basse vie respiratorie.
L’uso del nebulizzatore trova piena indicazione (seguendo regole di igiene e di controllo dei componenti) nell’adulto e in particolare nei pazienti come gli anziani in cui le capacità intellettive, ma anche osteoarticolari, sono compromesse da forte comorbilità, ed è quindi pregiudicata la capacità di usare e preparare in modo corretto dispositivi portatili.
La nebulizzazione di oggi, si conferma una metodologia adatta per il trattamento di patologie respiratorie anche gravi e croniche come l’asma e la BPCO.