Napoli, 28 novembre 2019 – Il 29 e il 30 novembre la città di Napoli ospita la XIV edizione de “I Seminari di Cardiologia Pratica dell’ARCA”, organizzati dall’associazione A.R.C.A (Associazioni Regionali Cardiologi Ambulatoriali). Due giorni di confronto e approfondimento tra i maggiori cardiologi e medici di medicina generale per discutere le novità del settore.
Al centro del dibattito, uno sguardo tra dubbi e certezze alle cardiopatie – sindrome che segnatamente incrocia la figura del cardiologo ambulatoriale – l’ipertensione arteriosa essenziale e la fibrillazione atriale.
Un momento particolare dell’iniziativa organizzata da A.R.C.A. sarà dedicato allo studio del legame tra cuore e cervello: in che misura e quando il cuore può recare danno al cervello (e viceversa) e un approfondimento sull’evoluzione dell’Ictus e dell’infarto miocardico.
“In questi Seminari di Cardiologia Pratica abbiamo scelto di esporre, in modo chiaro e coinvolgente, tutte le prove più significative che rappresentano la migliore soluzione oggi ipotizzabile a una serie di quesiti che un medico può incontrare nella sua pratica clinica, attraverso la discussione di casi clinici di quotidiana complessità”, ha dichiarato il presidente A.R.C.A. Giovanni Zito.
Nella road-map della due giorni congressuale anche le accese controversie che animano l’odierno dibattito all’interno della comunità cardiologica internazionale e le tendenze delle più recenti e rivoluzionarie tecniche di diagnostica per immagini.
Si parlerà, inoltre, degli importanti e decisivi cambiamenti che la pubblicazione di storici trial clinici, che hanno rappresentato un punto di svolta nella storia della cardiologia, hanno comportato nell’approccio uso e abuso dell’imaging nella Sindrome Coronarica Cronica.
In tale contesto, la stima del rischio di comparsa di qualsiasi evento cardiovascolare può indirizzare sull’opportunità di intraprendere specifiche misure preventive, le quali, con ogni probabilità, vanno a ridurre sensibilmente la minaccia di cardiopatie, come anche di ictus e arteriopatie periferiche.
Tale fondamentale concetto, pacifico ormai da tempo, ha favorito l’effettivo passaggio dal concetto di prevenzione della malattia coronarica alla prevenzione della malattia cardiovascolare o meglio cardiocerebrovascolare. La modificazione dei fattori di rischio, dato oramai acquisito in modo inequivocabile, è capace di ridurre la mortalità e la morbilità nei soggetti con malattia cardiovascolare.
“A.R.C.A. è stata la prima società scientifica a rappresentare in modo esclusivo la Cardiologia Ambulatoriale. I risultati ottenuti fino a oggi sono il frutto di tanti piccoli punti di partenza, pazientemente sommati, che hanno portato alla concretizzazione della più importante società scientifica di Cardiologia Ambulatoriale, in Italia e in Europa”, conclude il presidente Giovanni Zito.
In questi anni l’A.R.C.A. si è creata uno spazio ben definito nel panorama cardiologico italiano e oggi da tutta la comunità scientifica le è riconosciuta un’importante, necessaria e chiara collocazione accanto alla cardiologia ospedaliera e a quella universitaria.