Pasqua e ambiente, allarme SIMA su sprechi alimentari e inquinamento da trasporti

Prof. Alessandro Miani

Roma, 15 aprile 2025 – Tra sprechi alimentari, spostamenti in auto, aereo e pullman, e scorretto smaltimento dei rifiuti la Pasqua, anche in considerazione dei maggiori consumi da parte delle famiglie, rischia di rappresentare un pericolo sul fronte ambientale. L’allarme viene lanciato dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), che suggerisce ai cittadini comportamenti responsabili per limitare l’impatto ambientale delle festività.

Il primo allarme riguarda gli sprechi alimentari – spiega SIMA – Si stima che ogni anno in Italia circa il 10% di cibi e preparazioni legate all’intero periodo delle festività di Pasqua finisca nella spazzatura, tra i 150 e i 200 milioni di euro di alimenti. Tra i prodotti più sprecati figurano frutta, verdura, pane, latticini e carne, ma anche i dolciumi rientrano tra le voci più a rischio, anche per un effetto psicologico legato ad un senso di assuefazione dei cittadini al termine delle feste. Maggiore produzione di rifiuti determina un aumento del livello di inquinamento: una tonnellata di rifiuti alimentari produce infatti 4,2 tonnellate di CO2.

E sempre in tema di rifiuti, molti cittadini non conoscono le regole per smaltire correttamente le confezioni di colombe e uova di Pasqua – avverte SIMA – L’involucro esterno metallizzato delle uova di cioccolato, ad esempio, è realizzato in polipropilene e deve finire quindi nella raccolta della plastica, dove va anche il bicchiere posto alla base delle uova e la bustina trasparente che contiene eventuali sorprese. Il cartoncino apposto sulle uova deve invece essere smaltito nella carta. Discorso a parte merita il cordoncino che chiude l’uovo: trattandosi di un tessuto con codice TEX 62 (tessili diversi da cotone o juta) è necessario verificare le disposizioni del proprio Comune.

Per la colomba, invece, la scatola esterna va nella raccolta della carta, l’involucro trasparente nella plastica, la maniglia della confezione e il pirottino che circonda il prodotto vanno invece nell’indifferenziata – ricorda SIMA.

Nel periodo di Pasqua crescono poi i movimenti dei cittadini, che utilizzano auto private, aerei, pullman per spostarsi lungo la Penisola o trascorrere giorni all’estero – aggiunge SIMA – Il maggior ricorso ai mezzi di trasporto ha impatti diretti sull’inquinamento dell’aria, attraverso l’immissione in atmosfera di tonnellate di polveri sottili (Pm10, Pm2,5) e sostanze tossiche come l’ossido di azoto.

Una notizia positiva arriva però dalle uova di Pasqua: negli ultimi anni i produttori hanno adottato misure per ridurre gli impatti ambientali delle eccedenze. Che fine fanno dunque le uova di cioccolato invendute? Dopo una prima fase di vendita promozionale nei supermercati con prezzi scontati fino al 60%, le uova vengono riutilizzate dalle stesse aziende produttrici per la preparazione di altri dolci.

Non solo. Grazie ai benefici fiscali previsti dalla legge italiana, i produttori possono donare la merce invenduta per finalità sociali. Infine, parte delle uova invendute viene destinata al compostaggio per la produzione del compost o dell’humus, e diventano fertilizzanti naturale per coltivare il terreno – conclude la Società Italiana di Medicina Ambientale.

“I cittadini possono fare la differenza attraverso scelte responsabili e comportamenti corretti – afferma il presidente Alessandro Miani – È possibile abbattere gli sprechi attraverso una spesa mirata prima delle feste, pianificando con attenzione gli acquisti alimentari, conservando correttamente i prodotti in frigo, congelando gli avanzi delle feste o riutilizzandoli per creare nuove ricette, o donando attraverso apposite app le eccedenze rimaste in casa”.

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