Parkinson, la ricerca punta a rallentare la malattia e migliorare i trattamenti

A cura del prof. Fabrizio Stocchi, Professore Ordinario Università San Raffaele di Roma

Prof. Fabrizio Stocchi

Roma, 18 novembre 2024 – La malattia di Parkinson (PD) è la malattia neurologica in più rapida crescita a livello globale e pone notevoli sfide gestionali a causa della disabilità progressiva, dell’insorgenza di sintomi resistenti alla levodopa e delle complicanze correlate al trattamento.

Identifichiamo due principali priorità di ricerca per i prossimi anni: in primo luogo, rallentare la progressione della malattia attraverso l’integrazione di biomarcatori sensibili e terapie biologiche mirate, e in secondo luogo, migliorare i trattamenti sintomatici esistenti, che comprendono terapie chirurgiche e infusionali, con l’obiettivo di posticipare le complicanze e migliorare la gestione a lungo termine del paziente.

Il percorso verso la modificazione della malattia è ostacolato dalla fisiopatologia multiforme e dai diversi meccanismi alla base della malattia di Parkinson. Gli studi in corso sono diretti all’aggregazione della α-sinucleina, integrati da sforzi per affrontare percorsi specifici associati alle forme genetiche meno comuni della malattia. Il successo di questi sforzi si basa sulla definizione di solidi endpoint, sull’integrazione della tecnologia e sull’identificazione di biomarcatori affidabili per la diagnosi precoce e il monitoraggio continuo della progressione della malattia.

Nel contesto del trattamento dei sintomi, l’attenzione dovrebbe spostarsi verso il perfezionamento degli approcci esistenti e la promozione dello sviluppo di nuove strategie terapeutiche che mirino ai sintomi resistenti alla levodopa e alle manifestazioni cliniche che compromettono sostanzialmente la qualità della vita.

In questo contesto, occorre ricordare i progressi nell’utilizzo della Stimolazione Cerebrale Profonda e dell’utilizzazione della neuroablazione del VIM (nucleo Ventrale Intermedio Mediale del talamo) mediante ultrasuoni focalizzati sotto guida della Risonanza Magnetica (MR-guided Focused Ultra-Sound o MRgFUS), tecniche ormai presenti su tutto il territorio nazionale a conferma della loro efficacia.

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