Roma, 21 marzo 2019 – Un approccio multidisciplinare che permetta di individuare un percorso assistenziale efficace nella diagnosi e nel trattamento della malattia di Parkinson: è stato questo il tema al centro del convegno “Diagnosi precoce e presa in carico dei Malati di Parkinson. Integrazione Ospedale-Territorio” che si è tenuto oggi nell’Aula Anfiteatro del Policlinico Tor Vergata.
Il Policlinico Tor Vergata, che già da oltre 10 anni può contare su un Centro Parkinson altamente specializzato diretto dal prof. Alessandro Stefani, ha da ottobre 2018 avviato una collaborazione con la Casa della Salute di Torrenova per la definizione del primo percorso diagnostico terapeutico e assistenziale sperimentale nel Lazio finalizzato al trattamento di questa patologia neurodegenerativa che, secondo i dati più recenti, colpisce oggi oltre 30mila persone nella nostra regione.
Sono stati avviati in questo percorso 30 pazienti, dei quali 2/3 dal territorio. Nella nostra sede, per ora, forniamo valutazione neurologica, test cognitivi, test neurovegetativi e studio del sonno.
Nel corso della giornata di formazione alla quale hanno partecipato insieme alla direttrice generale del Policlinico Tor Vergata, Tiziana Frittelli, oltre 40 medici di medicina generale è emerso come la collaborazione tra presidi territoriali e centro ospedaliero sia fondamentale non solo per facilitare diagnosi precoci, ma anche per ridurre gli effetti avversi delle terapie, scongiurare accessi emergenziali nei pronto soccorso, migliorare l’appropriatezza dei ricoveri ed eventualmente selezionare pazienti cangiabili a terapie complesse.
“Il convegno – commenta Tiziana Frittelli, direttrice del Policlinico Tor Vergata – ha rappresentato un primo importante momento di confronto con chi insieme a noi opera sul territorio per consolidare un vero e proprio network di intervento specialistico su questo tipo di malattia in grado di gestire il percorso terapeutico del paziente garantendo la precocità della diagnosi e l’efficacia del trattamento. Il sistema sanitario ha necessità di una vera integrazione tra ospedale e territorio, che parta dalla condivisione delle conoscenze, delle terapie, dei percorsi di cura, condizioni necessarie per una presa in carica integrale. Bisognerà poi coinvolgere le associazioni dei pazienti e le loro famiglie, i caregiver in genere, in una patologia, la cui gestione coinvolge una intera comunity ed incide profondamente sulla qualità della vita. Il fatto di essere un Policlinico universitario rende questo progetto sperimentale, fortemente voluto da questa Direzione, ancora più importante, essendo in grado di creare una sinergia scientifica con i medici di medicina generale e gli specialisti del territorio, fondata su aspetti didattici e di ricerca. È fondamentale che il sapere universitario scenda sul territorio, in un percorso condiviso e circolare , che prevenga la fase acuta e assicuri il setting migliore di cura”.