Paralisi cerebrale infantile, le nuove raccomandazioni dei neuropsichiatri per la riabilitazione

Nel mondo, le paralisi cerebrali infantili (PCI) colpiscono circa 17 milioni di persone. Le nuove Raccomandazioni SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) /SIMFER (Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa) e altre 16 società scientifiche per la riabilitazione dei bambini affetti da paralisi cerebrale infantile. In occasione della Giornata Mondiale della Paralisi Cerebrale Infantile, la SINPIA rinnova il suo impegno a garantire a tutte le persone con PCI l’accesso a cure e servizi di alta qualità

Roma, 5 ottobre 2023 – In occasione della Giornata Mondiale della Paralisi Cerebrale Infantile (PCI), la SINPIA, Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza testimonia i progressi ottenuti nella cura di questa condizione che rappresenta la più frequente disabilità neuromotoria dell’età pediatrica, e colpisce circa 17 milioni di persone nel mondo. Causata da un danno cerebrale che si verifica in utero durante il parto o subito dopo, la PCI può provocare difficoltà non solo motorie, ma anche sensoriali, cognitive, emotive e relazionali.

“Negli ultimi anni, grazie ai progressi della ricerca scientifica – sottolinea la prof.ssa Elisa Fazzi, Presidente SINPIA e Direttore della U.O. Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ASST Spedali Civili e Università di Brescia – sono state sviluppate nuove terapie e interventi riabilitativi che hanno contribuito a migliorare la qualità di vita delle persone con paralisi cerebrale. La gestione della PCI è un compito complesso che richiede l’intervento di un team di professionisti multidisciplinare e multiprofessionale”.

Prof.ssa Elisa Fazzi

“Il Neuropsichiatra Infantile è il professionista più adatto a coordinare la presa in carico di questi bambini nel corso del percorso neuroevolutivo, avendo una formazione mirata specificamente ad una visione olistica del bambino e competente per la riabilitazione di tutte le funzioni adattive che includa non soltanto gli aspetti motori, ma anche sensoriali, psichici, emotivi, comportamentali, relazionali e cognitivi”, prosegue Fazzi.

La SINPIA ha elaborato, insieme alla SIMFER e ad altre 16 società scientifiche, le nuove Raccomandazioni per la riabilitazione della PCI (Care Pathways). Sviluppati con il contributo di esperti e famiglie, i Care Pathways forniscono indicazioni su come scegliere l’intervento più appropriato per ciascun bambino, in base alle sue caratteristiche individuali e al suo livello di gravità e sottolineano l’importanza del coinvolgimento delle famiglie nel processo di riabilitazione.

La famiglia è, infatti, il principale punto di riferimento del bambino e decisiva per il suo percorso di cura e può fornire un contributo fondamentale per la sua crescita e sviluppo. Ai genitori deve essere garantita un’informazione continua, consistente e comprensibile sugli obiettivi terapeutici che si intendono perseguire, anche con i loro limiti temporali, e sui mezzi con i quali verranno perseguiti, compresi le potenzialità e i limiti del recupero.

In occasione della Giornata Mondiale della Paralisi Cerebrale Infantile, la SINPIA rinnova il suo impegno a garantire a tutte le persone con PCI l’accesso a cure e servizi di alta qualità.

Le Raccomandazioni per la riabilitazione dei bambini affetti da paralisi cerebrale infantile si sviluppano seguendo tre direzioni:

  • profilo del paziente (insieme dei dati che descrivono le sue condizioni di salute);
  • identificazione delle abilità o attività in relazione all’età del bambino;
  • individuazione della metodologia operativa da adottare.

“Grazie a queste nuove Raccomandazioni – interviene il prof. Andrea Guzzetta, Professore ordinario di Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Pisa e Coordinatore delle Sezioni Riabilitazione Età Evolutiva, SINPIA – è adesso possibile orientarsi sui trattamenti basati sull’evidenza disponibili rispetto alle varie problematiche che interessano le persone con PC, evitando di impegnare energia e risorse in trattamenti la cui sicurezza ed efficacia non siano dimostrate”.

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