Potrebbero essere oltre 300mila gli individui in Italia che potrebbero sviluppare disturbi psichici. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l’allarme: una delle peggiori conseguenze della pandemia sarà rappresentata dai disturbi sociali, comportamentali e relazionali
Roma, 30 giugno 2020 – La pandemia Covid-19 rischia di produrre effetti profondi anche sulla salute mentale degli individui, oltre a quanto già provocato sotto il profilo clinico e sotto quello economico. Numerose ricerche e studi qualificati mostrano le conseguenze a livello psicologico e i potenziali sviluppi nei prossimi mesi. Tra i vari dati, colpisce che potrebbero essere oltre 300mila le persone che svilupperanno disturbi psichici, soprattutto tra coloro che hanno meno risorse e meno capacità di adattamento.
Questi temi sono stati al centro della Web Conference “Lockdown vs salute mentale: la tutela del paziente nell’era Covid-19”, organizzata dalla società di consulenza manageriale MA Provider, con il contributo di Lundbeck e Otsuka. Un’iniziativa nata con il preciso intento di stimolare il dibattito tra tutti gli attori coinvolti: associazioni pazienti, clinici, istituzioni e industria. Obiettivo comune a tutti l’esigenza di individuare soluzioni innovative condivise.
“Le problematiche relative alla salute mentale esistevano già prima della comparsa del Covid-19, ma durante la pandemia sicuramente si sono acuiti nelle loro conseguenze. Dobbiamo fare nostro il monito del Segretario Generale dell’ONU di offrire l’ampliamento dei Servizi di Salute mentale come una delle risposte alla ‘crisi’ provocata dalla pandemia da coronavirus. Il Ministero ha già emesso una Circolare ai Dipartimenti di Salute mentale e neuropsichiatria pediatrica ma sono necessarie molte più misure che possano portare ad una migliore presa in carico delle persone” ha dichiarato la Sottosegretaria di Stato alla Salute Sandra Zampa.
Al tema della salute mentale ha dedicato particolare attenzione anche la “task force” guidata da Vittorio Colao nel Documento “Iniziative per il rilancio Italia 2020-2022”. In particolare, emerge un dato molto rilevante: è stato chiesto un incremento dell’investimento in salute mentale di almeno il 35% rispetto alla spesa attuale.
“È una voce apparentemente molto ampia, ma per comprendere l’entità della proposta occorre dare un quadro completo dell’intera situazione – spiega il prof. Fabrizio Starace, Presidente SIEP – Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica e componente della task force -Il nostro Paese destina alla salute mentale appena il 3,6% dell’intero finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale. In Francia, Germania, Regno Unito e altri Paesi europei le percentuali sono almeno il doppio, spesso superando il 10%. L’incremento del 35% costituisce il minimo indispensabile per consentire ai servizi di esplicare appieno la loro funzione nel rispetto delle Linee Guida e delle raccomandazioni nazionali ed internazionali, che non si limitano a visite specialistiche e somministrazione di farmaci, ma prevedono un inquadramento complessivo della persona nel suo ambito relazionale e comunitario, una valutazione delle sue capacità e delle sue prospettive. Tutto ciò ha bisogno di tempo e risorse. Tra le nostre proposte ci sono l’istituzione di presidi di welfare con funzioni di accoglienza, orientamento, sostegno; serve poi un intervento psicologico di supporto a individui e famiglie in funzione preventiva per non cronicizzare queste condizioni nel tempo”.
L’allarme dell’OMS e l’appello della Società Italiana di Psichiatria
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l’allarme: una delle peggiori conseguenze della pandemia sarà rappresentata dai disturbi sociali, comportamentali e relazionali legati al lockdown, alla crisi economica e alle perdite che non si sono potute metabolizzare per l’impossibilità di celebrare lutti, funerali, separazioni.
“La Società Italiana di Psichiatria si aspetta un’ondata di nuovi casi che hanno bisogno di assistenza psichiatrica – evidenzia il prof. Massimo Di Giannantonio, Presidente Eletto SIP-Società Italiana di Psichiatria – Nei nostri ambulatori già da alcune settimane registriamo un aumento di visite e ricoveri. Vista l’imminente nuova emergenza, chiediamo al Ministero della Salute e agli Assessorati Regionali il potenziamento dei Dipartimenti di salute mentale su tutto il territorio nazionale per rendere l’assistenza psichiatrica italiana uguale a quella delle altre grandi nazioni europee. È necessario dare il giusto peso al contributo del nostro settore in questo momento delicato”.
“Agli operatori della salute mentale non sono stati sempre forniti adeguati DPI; non è stata riconosciuta la specificità della salute mentale; spesso abbiamo dovuto fare accertamenti nelle case di pazienti potenzialmente infetti senza le necessarie misure di sicurezza; i pazienti psichiatrici con Covid erano dirottati dai pronti soccorso nei nostri reparti dove si trovavano altri pazienti non affetti dal virus. Tutto ciò implica un persistere di stigma e pregiudizio. La salute mentale va riorganizzata, altrimenti porterà ad un aggravamento delle altre condizioni”, conclude Di Giannantonio.