Pacemaker non conformi. Dopo conclusioni indagini Procura, 300.000 italiani possono chiedere i danni

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Codacons avvia azione risarcitoria per i pazienti che dal 2010 al 2014 hanno subìto l’impianto di pacemaker privi dei requisiti di conformità

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Dott. Carlo Rienzi

Roma, 5 dicembre 2015 – Dopo l’avviso di conclusione indagini da parte della Procura di Roma relativamente all’inchiesta sui pacemaker senza conformità, il Codacons affila le armi legali a tutela dei cittadini portatori di impianti.

La vicenda – ricorda l’associazione – nasce da un servizio della trasmissione di Raitre “Report”, che attestava come il laboratorio dell’Istituto Superiore della Sanità, tenuto a certificare la sicurezza dei dispositivi impiantati nel corpo umano, versasse in stato di abbandono, con macchinari rotti, vecchi e inutilizzati. Tra il 2010 e il 2014, quindi, sarebbero stati impiantati a ignari pazienti pacemaker non conformi e sprovvisti di valida certificazione, portando così la Procura ad emettere avvisi di garanzia nei confronti di sei dirigenti dell’Iss.

“A seguito dell’iniziativa della Procura di Roma, tutti i cittadini che tra il 2010 e il 2014 hanno subìto l’impianto di pacemaker, possono costituirsi parte offesa attraverso il Codacons nel procedimento della magistratura, e chiedere il risarcimento dei danni, anche in assenza di lesioni fisiche, in vista di un futuro processo – spiega il Presidente Carlo Rienzi – Considerando che ogni anno in Italia 60mila pazienti subiscono l’impianto di un pacemaker, esistono oggi nel nostro paese 300mila cittadini portatori di impianti privi di certificazione e, quindi, potenzialmente pericolosi”.

In loro favore l’associazione ha pubblicato sul sito www.codacons.it una pagina per costituirsi parte offesa nell’inchiesta e chiedere il risarcimento dei danni anche solo per i rischi corsi.

fonte: ufficio stampa

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