Iniziative in tutta Italia per cambiare il paradigma di genere sulla patologia che colpisce prevalentemente la Terza Età. Oltre 5 milioni di persone sono affette da osteoporosi in Italia
Roma, 15 ottobre 2016 – In occasione della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi 2016, la Società Italiana dell’Osteoporosi del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS) dedica un’attenzione di genere alla patologia: nonostante sia percepita come una malattia esclusivamente femminile, la mortalità e la morbilità dell’osteoporosi sono più elevate nel sesso maschile; inoltre, circa il 20% delle fratture di femore e il 50% delle fratture vertebrali nel nostro Paese avviene nell’uomo.
Per questo la SIOMMMS dedica alla prevenzione dell’osteoporosi negli uomini le iniziative della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi 2016, che si svolgeranno in tutta Italia il 20 ottobre prossimo in diverse strutture ospedaliere. Inoltre, nel corso del congresso nazionale della SIOMMMS, che si apre oggi a Roma, si terranno un simposio sull’osteoporosi maschile e una tavola rotonda con esperti e decisori in sanità, per condividere una riflessione sulle politiche sanitarie in materia.
Le differenze di genere confermano la necessità della prevenzione e dell’attenzione da parte di tutti: secondo gli ultimi dati, in 10 anni il numero assoluto di fratture di femore da osteoporosi in Italia è cresciuto rispettivamente del 27% e del 36% nel sesso femminile e in quello maschile. Se nella donna la causa principale dell’osteoporosi è legata al deficit estrogenico dopo la menopausa, nel maschio, nella maggior parte dei casi (circa 65-70%), è dovuta a cause secondarie quali ad esempio altre patologie che determinano una perdita di massa ossea, l’uso di farmaci come i corticosteroidi e quelli contro il carcinoma prostatico e, infine, l’abuso di alcol.
In Italia, circa un quarto della popolazione è over 65; nel 2050, la percentuale di anziani salirà a oltre il 35%. Oltre 5 milioni di persone sono affette da osteoporosi nella penisola e circa 2 milioni di anziani non sono autonomi perché affetti da disabilità, spesso provocata da fratture. Gli ultimi dati nazionali parlano di oltre 90mila ultrasessantacinquenni ospedalizzati per frattura di femore nel nostro Paese, con un costo a carico del SSN di oltre 1,2miliardi. L’aumento atteso del numero di femori rotti nel mondo è drammatico: saranno 6,3 milioni nel 2050, con una spesa di gestione di circa 500 milioni di euro.
fonte: ufficio stampa