‘Interest Group on Hormones’, accordo tra Parlamento Europeo e Società Europea di Endocrinologia. Più del 50% della popolazione ha almeno un problema ormonale nel corso della vita
Bruxelles, 12 marzo 2018 – Gettate le basi della nuova politica della salute ormonale in Europa lo scorso 7 marzo a Bruxelles a seguito del Meeting “Impact of Hormones in European Policies for Health and Research” durante il quale è stato dato il via ai lavori di una Task force europea chiamata “Interest Group on Hormones”.
Ideatore di questo progetto il prof. Andrea Giustina, Ordinario di Endocrinologia al San Raffaele di Milano e Presidente Eletto dell’ESE, la Società Europea di Endocrinologia: “E’ la prima volta che l’endocrinologia entra nell’agenda politica comunitaria in maniera sistematica come società scientifica. Una pietra miliare importante visto che praticamente ognuno di noi avrà a che fare con un problema ormonale nel corso della propria vita. Dobbiamo pensare al sistema ormonale come ad un esercito di messaggeri che impartisce istruzioni in decine di funzioni. Dalla crescita alla riproduzione, dal metabolismo energetico alla regolazione degli zuccheri nel sangue e dell’acqua nell’organismo con effetti sulla pressione arteriosa e quindi sull’intero apparato cardiocircolatorio. Il ruolo degli ormoni è anche fondamentale per la salute di muscoli e ossa e nello sviluppo di patologie come diabete, obesità e osteoporosi. Tre le priorità emerse nel corso dell’incontro e considerate più urgenti: colmare il gap di Vitamina D nei paesi i cui cittadini ne hanno un livello troppo basso tramite screening di fasce della popolazione, supplementazione e fortificazione degli alimenti ove necessario. Non è accettabile che alcuni Paesi Europei presentino livelli di vitamina D inferiori fino al 50% rispetto ad altri. Parliamo di Stati come Grecia, Croazia, Romania, Spagna, Bulgaria e Italia, che nonostante il clima favorevole ad una regolare esposizione al sole necessaria a raggiungere i livelli di ormone necessari alla salute di organi e tessuti rappresentano un vero ‘paradosso’ (Kuchuk et al JBMR 2009). È un classico esempio di come politiche comunitarie coordinate potrebbero migliorare la salute di intere popolazioni”.
Durante il meeting è stato posto l’accento sulle sostanze note come ‘interferenti endocrini’ sostanze chimiche presenti in materiali e oggetti di uso quotidiano come contenitori, plastiche, mobili, giocattoli, cosmetici o diffusi nell’ambiente attraverso l’uso di pesticidi o l’inquinamento industriale.
Già nel 2015 l’Europa aveva rilevato un aumento ‘esplosivo’ dei costi sanitari causati dagli ‘interferenti endocrini’ ossia sostanze che interagiscono negativamente con l’equilibrio ormonale. Un report aveva individuato una spesa sanitaria determinata dalle conseguenze dell’esposizione a queste sostanze tra i 157 e i 270 miliardi di euro l’anno.
“L’aspetto meno noto – sottolinea Giustina – è che gli interferenti endocrini possono avere un impatto importante sul cervello soprattutto durante lo sviluppo. Il cervello infatti è goloso di ormoni durante il suo sviluppo: ha bisogno di ormoni tiroidei, testosterone, estrogeni, i cui livelli vengono alterati dalle sostanze chimiche come ftalati e bisfenolo A. Si tratta di un tema molto sentito in Europa: la Commissione Europea infatti è attiva nella definizione e regolazione delle sostanze nocive per la salute.
Ma si è parlato anche dell’uso scorretto degli ormoni in ambiti non terapeutici. Ormone della crescita, ormoni sessuali e steroidi infatti sono usati per migliorare la prestazione fisica negli sportivi (doping) o per modificare la forma del corpo per obiettivi estetici senza che esista una consapevolezza da parte degli utilizzatori dei rischi per la salute.
Gli ormoni sono sostanze delicate e introdurli nell’organismo significa inibirne la produzione da parte dell’organo deputato, oltre a rischiare di utilizzarne dosaggi inappropriati e determinare effetti collaterali, malattie secondarie e aumentare il rischio di morte.
Eppure un recente sondaggio nel Regno Unito ha rilevato che il 56% degli utilizzatori li usa a fini meramente estetici e cosmetici, per migliorare l’aspetto del corpo o per migliorare la performance atletica, non solo nel body building ma anche in sport come calcio e rugby.
Infine obiettivo della Task force “Interest group of hormones” è quello di combattere la tendenza alle fake news e alla disinformazione relativa alle tematiche endocrinologiche. La nostra è una disciplina complessa, collegata a molte altre branche della medicina.
“L’endocrinologia paga il prezzo di una scarsa consapevolezza del ruolo degli ormoni nel mantenimento della salute e in molte malattie. Questo anche perché gli ormoni sono sostanze che circolano in tutto il corpo e le loro disfunzioni non sono identificabili facilmente in un organo o apparato preciso come per altre specialità è il cuore o il cervello ad esempio – conclude Giustina – Specialità che hanno avuto negli anni occasioni di visibilità hanno efficacemente educato la popolazione oggi in grado di riconoscere i segni di un infarto o di un ictus. In questo senso per gli ormoni c’è ancora molto da fare, gap che va colmato a livello comunitario obiettivo che ci proponiamo di raggiungere con questa iniziativa”.