Modena, 3 febbraio 2017 – Sempre più di frequente in Italia, in ospedali pubblici e ambulatori, ai protocolli oncologici convenzionali si affiancano le medicine complementari, per dare al paziente una risposta terapeutica che sostenga anche la sua qualità della vita. Un approccio all’avanguardia sul quale si farà il punto a Modena, al convegno dal titolo “Oncologia integrata” che vedrà riuniti alcuni tra i maggiori esperti a livello nazionale in questo ambito.
L’appuntamento è il 5 marzo al Forum Monzani di Modena (via Aristotele 33), una intera giornata (dalle 9.30 alle 19) dedicata all’approccio globale al paziente oncologico e ai suoi familiari, strada che viene sollecitata ormai anche dalle maggiori autorità sanitarie internazionali.
Si potranno ascoltare gli interventi del dott. Paolo Lissoni, per anni oncologo all’ospedale San Gerardo di Monza, esperto in psiconeuroendocrinoimmunologia e in immunoendocrinoterapia oncologica; dott. Gioacchino Pagliaro, direttore dell’Unità operativa di psicologia ospedaliera al Dipartimento oncologico dell’ospedale Bellaria di Bologna; dott. Franco Cracolici, medico agopuntore impegnato all’ospedale di Pitigliano in Toscana dove da anni si porta avanti l’integrazione degli approcci terapeutici in oncologia; dott.ssa Daniela Muggia, tanatologa e vincitrice del premio Terzani nel 2008 per l’umanizzazione della medicina; dott.ssa Maria Rosa Di Fazio responsabile del servizio di oncologia medica al Day hospital e ambulatorio del centro Health Service di San Marino; dott. Ivano Hammarberg Ferri, palliativista e docente di microimmunoterapia; dott.ssa Monica Di Lupo che parlerà della micoterapia; dott. Roberto Rinaldini, esperto nella terapia laser in oncologia.
L’oncologia integrata in Italia rappresenta ormai una realtà. Ci sono ospedali, come quello di Pitigliano in Toscana, la Breast Unit dell’ospedale Sacco di Milano o il Bellaria a Bologna, dove ai protocolli convenzionali si affiancano omeopatia, agopuntura, fitoterapia, approcci psicologici quali la meditazione e molto altro. Approccio applicato anche al Centro senologico dell’ospedale Santa Chiara di Pisa e all’ospedale di Merano. Insomma, una visione più ampia del paziente e della sua malattia per finalizzare ogni intervento al suo benessere in senso ampio.
fonte: ufficio stampa