Udine, 16 febbraio 2022 – Negli ultimi 2 anni la pandemia da SARS-COV-2 ha richiesto un grande sforzo assistenziale delle Strutture Sanitarie Regionali richiamando tutti gli operatori sanitari ad un impegno professionale e personale senza precedenti. In questo difficile contesto i pazienti con patologie neoplastiche rappresentano una categoria particolarmente fragile per la loro malattia, che li può esporre ad infezione grave da SARS-COV-2, e per la necessità di assicurare loro, anche in un contesto pandemico, la tempestività della diagnosi e delle cure salvavita.
Ogni anno, presso il Day Hospital di Oncologia e della Clinica Ematologica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine, vengono accolti e trattati oltre 2.500 pazienti con tumore e altri 100 vengono monitorati dopo Trapianto di Midollo Osseo presso la Clinica Ematologica. Negli ultimi 2 anni, nonostante la pandemia, le 2 Strutture (Oncologia e Clinica Ematologica) hanno collaborato efficacemente garantendo ai pazienti la prosecuzione regolare dei trattamenti.
Questo è stato possibile grazie ad un rigoroso monitoraggio della situazione epidemiologica nella popolazione di pazienti afferenti al Day Hospital, con percorsi di sorveglianza e prevenzione dedicati, ideati dalle 2 strutture e sottoposti a verifiche e adeguamenti periodici, in base alla evoluzione pandemica.
Il monitoraggio consisteva nella effettuazione di un triage con somministrazione di un questionario specifico e con rilievo della temperatura ad ogni ingresso in Day Hospital di tutti i pazienti e familiari e in uno screening dei pazienti con tamponi seriati (ad ogni accesso per le terapie) e con test sierologici rapidi, con lo scopo di intercettare possibili casi positivi ed evitare l’ingresso in Day Hospital di possibili fonti di contagio per gli altri pazienti in terapia.
Questo approccio combinato di monitoraggio è stato particolarmente intensivo nel contesto delle prime 2 ondate pandemiche (con triage e tampone ad ogni ingresso in Day Hospital e un test sierologico rapido per ogni paziente) quando la prevenzione era l’unico strumento disponibile di contrasto dell’infezione non avendo ancora i vaccini, gli anticorpi monoclonali e gli antivirali, di cui oggi invece disponiamo.
In contemporanea, anche il personale sanitario, operativo in Day Hospital, è stato attivamente monitorato con tamponi di sorveglianza ogni 7-15 giorni e ha sempre operato con l’impiego dei dispositivi di protezione individuale.
Un monitoraggio così stretto dei pazienti ha permesso di ottenere una fotografia esatta della situazione epidemiologica SARS-COV-2, nella popolazione afferente al Day Hospital, in diversi momenti temporali della pandemia e di identificare precocemente i casi positivi, che sono stati poi seguiti grazie alla collaborazione della Clinica di Malattie Infettive.
Questa attenta attività di sorveglianza, con percorso dedicato, ha evidenziato una ridotta prevalenza della infezione da SARS-COV-2 nelle prime 3 ondate epidemiche (<1% di casi positivi) nella popolazione oncologica afferente al Day Hospital.
Questo riscontro ha permesso:
- di confermare l’aderenza dei pazienti alle regole di distanziamento e igieniche raccomandate (mascherina, disinfezione delle mani, distanziamento sociale, etc.);
- di rassicurare i pazienti che si sentivano accolti, per ricevere le cure, in un ambiente protetto e monitorato;
- ai sanitari di proseguire le cure con la stessa intensità e la stessa programmazione terapeutica (salvo rari e specifici casi) della fase pre-pandemica.
Il lavoro addizionale richiesto, rispetto a quello routinario, è stato notevole per il personale delle 2 strutture ma anche per le associazioni di volontariato (LITL-Lega Italiana Lotta contro i Tumori e AIL-Associazione Italiana Leucemie) che hanno fornito i dispositivi/totem per il monitoraggio della temperatura all’ingresso e i kit per i test sierologici rapidi ma, soprattutto, hanno partecipato attivamente al monitoraggio dei pazienti grazie ai loro volontari che, con grande disponibilità e competenza, hanno collaborato e ancora oggi collaborano alle operazioni di triage.
Questo programma di sorveglianza dei pazienti oncologici è stato analizzato dagli operatori delle 2 strutture ed è stato riconosciuto e apprezzato dalla comunità scientifica internazionale essendo stato accolto in 4 pubblicazioni su riviste scientifiche di prestigio internazionale.
“Sono stati anni difficili per tutti: lo straordinario impegno delle persone che lavorano in queste Strutture e di coloro che ci hanno aiutato, ci ha permesso di proseguire le attività sui pazienti anche nel pieno della bufera pandemica e di produrre evidenze scientifiche utili per la comunità internazionale. Lavorare nel principale ospedale Hub del Friuli Venezia Giulia, consente una grande ricchezza di scambi professionali che sono un valore aggiunto per tutti”, ha dichiarato il dott. Fasola, Direttore dell’Oncologia.
“L’emergenza epidemica ha di fatto evidenziato sinergie operative e cliniche tra l’Oncologia e l’Ematologia, che ci hanno consentito di operare in sicurezza, ben al di là di quanto atteso per la situazione contingente. L’estesa area, posta al secondo piano del Padiglione 15, dove è situato il day hospital delle 2 strutture ha volumi di attività considerevoli, che fanno del polo oncologico udinese una delle principali realtà nazionali dedicate alla diagnosi ed alla terapia di questi pazienti ed il nostro impegno nei prossimi anni sarà proprio quello di sviluppare percorsi e progetti condivisi in questa piattaforma funzionale”, così il prof. Fanin, Direttore della Clinica Ematologica.