La salute e i diritti umani di donne, bambini e adolescenti sono al centro dell’agenda di sviluppo globale. È da qui che riparte il lavoro della dott.ssa Bustreo, all’interno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Vice Direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità rientra nella sua posizione per continuare il suo lavoro e il suo impegno affinché donne, bambini ed adolescenti in tutti il mondo possano vedere garantito e protetto il loro diritto alla salute
Ginevra, 10 febbraio 2017 – Si è appena concluso a Ginevra il primo incontro dell’High Level Working Group per la Salute e i Diritti Umani di Donne, Bambini e Adolescenti, prima piattaforma esistente su questo tema che si propone di tradurre in pratica la tutela dei diritti interconnessi alla salute di alcuni fra i gruppi più vulnerabili della popolazione, in linea con il dettato della nuova Strategia Globale per la Salute delle Donne, dei Bambini e degli Adolescenti delle Nazioni Unite.
Guidata dall’OMS, in collaborazione con l’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, questa nuova piattaforma vede ancora in prima linea nella tutela del diritto alla salute, la dott.ssa Flavia Bustreo, Vice Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini. A prendere parte ai lavori del gruppo altri rappresentanti di altissimo livello inclusi il Principe Zeid Ra’ad Al Hussein, Alto Commissario per il Diritti Umani, Tarja Kaarina Halonen, Presidente della Finlandia fino al 2012, e Aminata Touré, Primo Ministro Senegalese fino al 2014.
Ogni anno si registrano oltre 300.000 morti materne, 2,6 milione di bambini nati morti, 5,9 milioni di decessi nei bambini sotto i cinque anni, tra cui 2,7 milioni di neonati morti, e 1,3 milioni di morti tra gli adolescenti. Inoltre, si stima che, ogni anno, 18 milioni di donne, bambini e adolescenti muoiono nel dolore e nell’angoscia perché non hanno accesso alle cure palliative necessarie per almeno 20 milioni di bambini e per almeno 40 milioni di adulti a livello globale.
Nonostante i progressi raggiunti nel corso degli ultimi 20 anni nella definizione e tutela del diritto alla salute, nonostante i risultati raggiunti in termini di riduzione della mortalità materna e della mortalità e morbilità infantile – che sono stati tra gli obiettivi dei Millennium Development Goals – troppe donne, bambini e adolescenti in tutto il mondo continuano a vedere negato il loro diritto alla salute e all’accesso ai servizi sanitari essenziali. Troppo spesso, infatti, le morti di donne, bambini ed adolescenti hanno le loro radici profonde nel fallimento da parte delle istituzioni preposte, dei governi, della società tutta, nel tutelare il diritto alla salute.
La morte di neonati e bambini è troppo spesso legata al mancato accesso ai servizi sanitari e alle cure essenziali, e più in generale ad un inadeguato sviluppo economico e sociale e di fatto alla negazione del diritto alla salute, all’educazione, e allo sviluppo di quegli stessi bambini. E’ quanto emerge dal Rapporto a cui sta lavorando l’High Level Working Group su Salute e Diritti Umani di Donne, Bambini e Adolescenti.
“Ci troviamo di fronte a un bivio, da come affronteremo queste disuguaglianze e ingiustizie si determinerà la capacità di migliorare la vita delle persone ovunque, ma in particolare la capacità da parte della società attuale di sfruttare i dividendi della transizione demografica e creare un nuovo paradigma di salute, dignità e benessere per le generazioni future di donne, bambini e adolescenti. Il rispetto dei diritti umani e la lotta alle disuguaglianze e alle discriminazioni contro le donne, i bambini e gli adolescenti sono stati riconosciuti a livello mondiale come centrali per l’attuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per il 2030 con cui i paesi si sono impegnati a ‘leaving no-one behind’, non lasciare nessuno indietro. Questo ha riaffermato le responsabilità di tutti i paesi a rispettare, proteggere e promuovere i diritti umani, incluso il diritto alla salute, senza distinzione di alcun tipo, in riferimento a origine, colore, sesso, lingua, religione, opinione politica, origine sociale, proprietà, nascita, disabilità o di altra condizione” ha dichiarato Flavia Bustreo.
Infatti, seppur la maggior parte dei paesi hanno messo a punto strategie e programmi innovativi per promuovere una salute sostenibile, ad oggi solo la metà dei paesi membri dell’OMS vede riconosciuto il diritto alla salute a livello costituzionale. L’Italia è uno fra i primi paesi ad averlo fatto. Ma per molti altri si tratta di una sfida significativa ed ancora aperta.
Il rapporto quinquennale sugli MDG evidenzia alcune lacune significative e sottolinea come quella degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, sia ancora un’Agenda incompiuta per quanto riguarda la salute e i diritti umani delle donne, dei bambini e degli adolescenti. Persistono infatti le disparità tra uomini e donne, tra adulti e adolescenti e giovani, tra gruppi sociali ed etnici diversi. Inoltre, nonostante i progressi per alcune donne in alcune zone, la discriminazione contro le donne è la violazione più diffusa dei diritti umani in tutti i paesi del mondo.
La discriminazione nell’assistenza sanitaria è ancora diffusa nei confronti delle donne, adolescenti e bambini in particolare a quelli appartenenti a gruppi emarginati impedendo loro di ricevere trattamenti e cure essenziali. Inoltre a molti giovani – soprattutto ragazze adolescenti – sono ancora negati gli investimenti finanziari per l’istruzione e altre opportunità necessarie per il loro pieno potenziale da realizzare. I dati dimostrano che le ragazze adolescenti, in particolare, affrontano ostacoli specifici sotto forma di bassi livelli di istruzione, minor accesso alle cure e a un minor numero di diritti tutelati.
Continuano ad aumentare le morti di HIV di milioni di adolescenti – in diminuzione per tutte le altre fasce di età – che continuano ad avere poco o nessun acceso all’educazione sessuale. Inoltre, milioni di giovani di tutto il mondo devono affrontare le violazioni dei diritti umani legate ad alcune pratiche tradizionali, come le diverse forme di mutilazioni genitali femminili, matrimoni precoci e forzati.
Negli ultimi anni, conflitti, violenze e disastri hanno portato a un drammatico aumento del numero di sfollati, sia all’interno che oltre i confini nazionali. Secondo l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), nel 2015, ci sono state 65 milioni di persone che si sono dovute allontanare dalle proprie case con un tempo medio trascorso in spostamento che ha ormai raggiunto i 20 anni. Ed è proprio su questi gruppi che una maggiore attenzione deve essere focalizzata, per far si che alla già difficile condizione in cui versano donne, bambini ed adolescenti, non si aggiunga la negazione del loro diritto alla salute, o i fenomeni legati alla violenza.
“L’OMS ha promosso la creazione di questo gruppo di lavoro di alto livello – continua la dott.ssa Bustreo – che si propone la ricerca di strategie ed interventi concreti per abbattere le inuguaglianze e le discriminazioni in termini di diritto alla salute per quei gruppi quali donne, bambini, ed adolescenti, che tuttora risultano essere fra i più vulnerabili all’interno della società attuale. Situazioni difficili quali conflitti, post-conflitti, emergenze umanitarie, crisi migratorie, mettono a dura prova la capacità di tutela dei diritti fondamentali, ivi compreso quello alla salute. Organizzazioni quali l’OMS sono chiamate a coordinare l’impegno della comunità internazione, ed a definire strategie ed interventi concreti, affinchè cio’ non avvenga. Questo è stato al centro del mio programma per il futuro dell’OMS, ed ora che sono rientrata nella mia funzione di Vice Direttore Generale, sarà mio impegno personale portare avanti questo percorso. Abbiamo acquisito una profonda conoscenza su come morti e malattie possano essere evitate, e dobbiamo combattere affinché questa possibilità sia a disposizione di tutti. Il diritto alla salute è alla base del benessere per ciascun essere umano, è da li che muove il rispetto per la dignità di ogni singolo individuo, ed è da li che dobbiamo partire”.
L’High Level Working Group per la Salute e i Diritti Umani di Donne, Bambini e Adolescenti concluderà i suoi lavori a Maggio 2017 con la definizione di storiche raccomandazioni che guideranno l’azione globale in tema di salute e diritti di donne, bambini e adolescenti, incoraggeranno l’impegno politico sia da parte dei paesi, che della comunità globale tutta, e saranno alla base del futuro lavoro dell’OMS e dell’Alto Commissariato nella protezione dei diritti umani e della salute.
fonte: ufficio stampa