La fase di sperimentazione, durata tre anni, è giunta alla conclusione con buoni risultati. Così l’Azienda continua a investire sulle prestazioni ai soggetti fragili
Arezzo, 21 novembre 2017 – Terminata con numeri importanti la fase di sperimentazione del progetto “Odontoiatria sociale”, adesso è ufficiale la sua strutturazione definitiva nell’ambito della Asl Toscana sud est. Sono stati presentati questa mattina i progetti realizzati nel triennio 2014-2016 in cui, dapprima le tre Aziende singolarmente e ora riunite in Area Vasta, hanno messo in campo un progetto complesso e articolato per l’erogazione di quelle prestazioni odontoiatriche rivolte al maggior numero di utenti, con particolare attenzione per i cosiddetti ‘soggetti fragili’.
“In questi anni di fase sperimentale – ha spiegato Alessandra Romagnoli, responsabile del progetto – volevamo valutare se l’impostazione e implementazione dei servizi avrebbe trovato riscontro nelle necessità della popolazione. I dati dimostrano l’interesse dei cittadini, delle strutture assistenziali (Rsa, Rsd, scuole), degli enti locali e delle istituzioni. A questo punto, l’Azienda ritiene sia arrivato il momento di fare sintesi e sistema, sia per la parte operativa che per quella dedicata alla prevenzione”.
“Tutto è partito per volontà della Regione con una apposita delibera che finanziava il progetto con un investimento totale di circa 2 milioni di euro – ha spiegato Enrico Desideri, direttore generale Asl Toscana sud est – E’ necessario che un cittadino di Badia Tedalda abbia riferimenti certi per la cura odontoiatrica, così come uno di Siena o di Orbetello, e che l’informazione e l’accesso alle cure vengano erogate in modo equo in tutto il territorio. Il nostro obiettivo è curare pazienti odontostomatologici, soprattutto se gravati da particolari patologie concomitanti, il più possibile vicino a casa, attivando postazioni anche per interventi in narcosi come già avviene a Montevarchi, Arezzo e Grosseto. Nell’ultimo anno ne sono stati effettuati una settantina. Non è così scontato che il tema dell’odontoiatria sociale venga affrontato in questo modo. Ci sono Regioni che non prevedono interventi né attività di questo genere e così, milioni di italiani non possono accedere ai servizi. Confermo la bontà della scelta della Regione Toscana”.
“E’ necessario puntare sulla prevenzione – sottolinea Dario Grisillo, direttore del Dipartimento di medicina generale – creando un sistema di odontoiatria d’iniziativa, ovvero non dobbiamo aspettare i pazienti in ambulatorio ma andarli a intercettare dove si presume ci sia necessità e cioè scuole, Rsa, Rsd ecc. Mi riferisco quindi ai soggetti fragili, come bambini, anziani, donne in gravidanza e pazienti oncologici. I dati scientifici ormai dimostrano che le patologie del cavo orale incidono negativamente e significativamente in molte malattie comuni come diabete, infarto e peggiorano i quadri clinici durante la somministrazione di farmaci chemioterapici. Il medico di medicina generale, che ha da tempo adottato come proprio ‘stile’ professionale la ‘medicina di iniziativa’, trova nei percorsi della Odontoiatria sociale un prezioso strumento per offrire le giuste soluzioni ai problemi che i pazienti presentano, soprattutto gli anziani e i cronici”.
All’interno di questa cornice, Arezzo, Siena e Grosseto hanno sviluppato progetti particolari, grazie anche all’assunzione di igienisti dentali e di altri specialisti (ortodontista e pedodonzista). Progetto comune alle tre province è invece quello relativo alle seconde classi delle scuole elementari, dove gli igienisti fanno una breve lezione sugli stili di vita; segue una valutazione non clinica del cavo orale dei bambini poi, in accordo con l’odontoiatra e la famiglia, è possibile sottoporre il bambino ad una visita specialistica gratuita presso le strutture Asl. All’iniziativa, realizzata nel corso del 2016, hanno aderito oltre 4.200 alunni dell’intera Area Vasta.
In provincia di Arezzo i finanziamenti della Regione Toscana sono stati pari a 216.393 euro il primo anno; 113.652 euro il secondo e 90.921 euro il terzo. Nel territorio aretino, in collaborazione con le case di riposo e su suggerimento dei familiari degli ospiti, l’igienista dentale può andare anche nelle Rsa a insegnare agli operatori le norme di igiene orale.
Per le donne in gravidanza, invece, è attivo “Un sorriso per la vita”. Anche in questo caso è l’igienista dentale, con l’odontoiatra, ad insegnare le principali norme di prevenzione per la mamma e il nascituro.