Su ClinicalEndocrinolgy studio del Bambino Gesù dimostra un rischio di diabete nei bambini 5 volte superiore
Roma, 30 luglio 2015 – Un bambino con fegato grasso su due presenta accumuli di grasso anche nel pancreas. Questi bambini corrono un rischio di sviluppare insulino-resistenza e, quindi, diabete, 5 volte superiore alla media. È quanto emerge da uno studio del Bambino Gesù – il primo in campo pediatrico a dimostrare la correlazione tra obesità e pancreas grasso –pubblicato sulla rivista scientifica ClinicalEndocrinology.
“I risultati confermano ancora una volta l’importanza di una diagnosi precoce e la necessità di uno screening mirato per tutti quei bambini con eccesso ponderale” spiega il dott. Valerio Nobili, responsabile di Malattie Epatometaboliche del Bambino Gesù.
Negli ultimi 20 anni nei Paesi occidentali si è assistito a una vera epidemia di obesità con comparsa anche in età pediatrica di patologie “nuove”, prima ad appannaggio esclusivo dell’età adulta (diabete mellito di tipo 2, sindrome metabolica, NAFLD o steatosi epatica e malattie cardiovascolari). All’obesità si associa spesso l’accumulo di tessuto adiposo in zone del corpo nelle quali generalmente non è presente (fegato, muscolo scheletrico, cuore e pancreas). Questo ha fatto emergere nuove patologie, tra cui la steatosi pancreatica, cioè l’accumulo di grassi nel pancreas, chiamato così per similitudine alla più nota condizione epatica (NAFLD).
I dati relativi a questa condizione sono ancora pochi. Studi condotti sugli animali riportano che una dieta ricca in grassi determina un accumulo di grasso all’interno del pancreas causando un danno infiammatorio e fibrotico a carico dell’organo. Negli adulti, i dati disponibili mettono in relazione la steatosi pancreatica con l’obesità, l’insulino-resistenza, il diabete tipo 2 e la sindrome metabolica. Inoltre, è stata avanzata una possibile correlazione tra fegato grasso e steatosi pancreatica.
Lo studio condotto dal Bambino Gesù – il primo in campo pediatrico di questo genere – dimostra la frequenza e le implicazioni clinico-laboratoristiche del pancreas grasso in un gruppo di bambini obesi con fegato grasso. I risultati dimostrano come la steatosi pancreatica sia presente nella metà dei bambini con eccesso ponderale e fegato grasso. I dati evidenziano anche come questa condizione si associ a forme di insulino-resistenza più severe, con un rischio di presentare iperinsulinismo 5 volte maggiore rispetto ai pazienti senza accumuli di tessuto adiposo nel pancreas. E cioè un maggiore rischio di sviluppare in età giovanile-adulta un diabete mellito di tipo 2.
“Lo studio suggerisce come i pazienti con obesità debbano essere studiati in maniera approfondita, ricercando segni precoci di rischio – dice il dott. Nobili – Questo consentirà di individuare celermente i pazienti a maggior rischio di sviluppare complicanze metaboliche precoci e quindi più bisognosi di programmi di intervento mirati. I pazienti con steatosi pancreatica devono essere dunque considerati un gruppo “a rischio” per lo sviluppo di un danno epatico e metabolico più severo, e a maggior rischio di sviluppare diabete mellito tipo 2”.
Aggiunge il dott. Marco Cappa, responsabile di endocrinologia del Bambino Gesù: “Lo studio in questione è di estrema importanza perché aggiunge un ulteriore tassello a quello che risulta essere il “puzzle” della sindrome metabolica come anticamera del diabete di tipo 2 nell’adulto. In particolare ci spiega, almeno in parte, perché solo alcuni dei bambini obesi con iperisulinismo sviluppano in età adulta il diabete di tipo 2. Se il dato della steatosi epato-pancreatica si associa al diabete di tipo 2 del giovane adulto si avrà la dimostrazione che la causa primaria scatenante la malattia diabetica parte dalla infiammazione scatenata dalla steatosi”.
fonte: ufficio stampa