Roma, 4 febbraio 2022 – Ad appena 24 ore di distanza dalla proclamazione ufficiale del nostro sciopero, previsto per il prossimo 8 aprile, apprendiamo con soddisfazione, da parte dell’Aran, nel delicato percorso della trattativa contrattuale, la tanto attesa decisione di dare riscontro positivo all’assegnazione di incarichi di funzione ai professionisti della salute, sul modello di quanto accade già per la dirigenza medica. Stiamo parlando di incarichi che dovrebbero arrivare per i professionisti, indipendentemente dalla discrezionalità aziendale.
Un passaggio che possiamo definire decisivo, dal momento che finalmente, come da noi richiesto sin dalla piattaforma che presentammo ad inizio trattative, si dovrebbero assegnare incarichi di funzione, sulla via di quanto accade per i medici, e che costituirebbero un concreto riconoscimento, in questo caso della professionalità e dell’alta qualificazione degli infermieri e delle altre professioni sanitarie, e ciò indipendentemente dal possesso di titoli di studio, che invece potranno essere valorizzati differentemente.
Siamo di fronte, come negarlo, ad una evoluzione, in questa complessa trattativa, legata all’indispensabile percorso di valorizzazione degli infermieri, che rappresenta uno dei leit motiv assoluti delle nostre battaglie.
Il secondo punto fondamentale di questa giornata di trattative è l’avvenuta apertura da parte dell’ARAN, anche qui a distanza di un giorno dalla proclamazione del nostro sciopero, alla nostra richiesta di prevedere meccanismi alternativi rispetto a quelli ipotizzati nella precedente bozza, che consentano una reale progressione di carriera proprio per quegli infermieri e gli altri operatori sanitari che, inseriti nell’area D, resterebbero confinati a tale livello, mentre tutti gli altri potrebbero, secondo le bozze sottoposte precedentemente, muoversi tra le fasce sottostanti.
Tutto questo, oggetto di nostre specifiche richieste e contestazioni (si leggano i nostri precedenti comunicati) è riuscito a coagulare l’attenzione di tutte le OS presenti al tavolo. Siamo ben felici di cominciare a vedere concretizzati i nostri sforzi. Iniziamo a vedere la luce in fondo al tunnel, anche se con riserva di leggere come verrà declinato, per iscritto, quanto oggi ci è stato indicato solo formalmente.
Ricordiamo che uno dei motivi fondamentali che ci hanno indotto a proclamare lo stato di agitazione, è proprio legato al fatto che molti professionisti dell’area D, quelli delle professioni sanitarie, secondo l’ipotesi ARAN rischiavano di rimanere ingabbiati, perché non tutti potevano accedere all’area E della elevata qualificazione, ritrovandosi penalizzati rispetto a quelli, inseriti nelle aree sottostanti, avrebbero avuto la concreta possibilità di accedere all’area successiva.
“Cominciamo ad arrivare le risposte alle nostre richieste, sulla strada della valorizzazione delle categorie sanitarie, non c’è dubbio – esordisce soddisfatto il Presidente del Nursing Up, Antonio De Palma – Da una parte l’assegnazione degli incarichi di funzione e la previsione di un percorso di evoluzione nell’area D per i sanitari che rischiano di restare bloccati a tale livello, che rappresenta finalmente il segnale della concreta volontà di abbattere le storiche sperequazioni che esistono con il personale medico. Dall’altra il dare finalmente un senso alla creazione di un vero e proprio Ruolo infermieristico e sanitario, per il quale ci siamo tanto battuti, e che rappresenta un aspetto importante di quanto l’ARAN sembra aver accolto, legato al riconoscimento del ruolo contrattuale degli infermieri”.
Per quanto riguarda gli stipendi, ci è stato annunciato oralmente, ma attendiamo i documenti che lo confermino, un aumento medio di 102 euro mensili, per 13 mesi, per tutti i dipendenti, con l’elemento perequativo che pesa circa 14 euro, ai quali andrebbero poi aggiunti:
- una percentuale dello 0,55/risorse dovuta agli stanziamenti della legge di bilancio 2022 destinata ai nuovi ordinamenti contrattuali;
- una percentuale dello 0.22/risorse dovuta agli stanziamenti della legge di bilancio 2022 destinata al monte salari per i fondi;
- l’indennità di specificità infermieristica;
- l’indennità di tutela del malato ( per le altre professioni sanitarie);
- l’indennità per il personale dei pronto soccorsi.
Il totale di tutte queste voci, secondo l’ARAN, porterebbe ad un aumento medio, complessivo di euro 174 circa a dipendente. In questo caso il punto di riflessione è d’obbligo, ma soprattutto per la singolarità del metodo utilizzato, e cioè il cumulo, tra loro, di istituti destinati non alla generalità dei dipendenti ma bensì a differenti tipologie di personale.
Quello che per noi conta, al di là dei meri procedimenti di calcolo, è quanto percepirà in più ogni infermiere ogni mese in busta paga. Questo è quello che conta e che ci riserviamo di appurare.
Finalmente, l’Aran si è detta disposta a convogliare la maggior parte delle risorse del contratto sul trattamento stipendiale base, lasciando solo lo 0,22% su quello variabile. In questo senso, e sulla scia di questa apertura, noi di Nursing Up abbiamo chiesto che, per quanto attiene alla quota dello 0.22 %, le risorse vadano riviste, in un discorso di equilibrio e compensazione tra le stesse, privilegiando maggiormente le indennità legate alle posizioni che ricoprono maggiori responsabilità e impegno come, solo come esempio, l’indennità notturna (si pensi agli inqualificabili 26 centesimi di aumento ipotizzato), quella di pronta disponibilità (poco meno di 1 euro) etc. etc.
Abbiamo ribadito, inoltre, quanto già richiesto in occasione della precedente seduta, e cioè di eliminare quella norma ipotizzata, e che ci portiamo quasi come eredità dal precedente contratto, che consente di non pagare lo straordinario a chi è assegnatario di una indennità per alcune tipologie di incarico. Non possiamo accettare il gioco di chi ci concede una cosa per togliercene un’altra. Lo straordinario è un istituto importante per le professioni sanitarie.
“In conclusione – dice De Palma – siamo di certo di fronte a un notevole passo in avanti rispetto al recente passato. Finalmente arrivano risposte concrete alle nostre richieste. Il nostro impegno profuso, le nostre battaglie per il bene degli infermieri cominciano ad assumere un senso agli occhi di chi, con il nuovo contratto, è chiamato a decidere del nostro futuro. Non possiamo che confidare che tutto quello che oggi ci è stato annunciato oralmente, abbia un concreto seguito, e su queste basi siamo certamente disponibili, beninteso sempre che tutto ciò si traduca effettivamente in norme scritte, in grado di sancire ciò che noi chiediamo, e quindi un contratto idoneo a porre le basi per una nuova storia degli infermieri e dei professionisti sanitari italiani”.