Roma, 21 novembre 2018 – Arrivano i primi risultati dopo la forte presa di posizione del sindacato degli infermieri Nursing Up, impegnato al livello nazionale in una dura lotta contro il demansionamento e gli abusi da esso derivanti ai danni dei professionisti della salute: a risponderci con un a nota è stato l’ospedale San Martino di Genova, che si è impegnato a prendere provvedimenti impiegando nuovo personale per il servizio di barellamento.
Nursing Up aveva denunciato in una lettera all’ospedale policlinico San Martino di Genova lo stato di improprio utilizzo degli infermieri dell’IRCCS, costretti a svolgere da lungo tempo mansioni inferiori al proprio profilo professionale a causa della cronica carenza del personale di supporto (Oss).
Nella risposta del San Martino si legge che “l’amministrazione procederà a un censimento di tutto il personale Oss aziendale, al fine di mapparne l’allocazione, le mansioni svolte ed eventuali inidoneità/limitazioni”. E poi conclude che, “a seguito di tale preliminare attività ricognitiva, la Direzione provvederà ad una eventuale riallocazione del personale addetto al servizio di barellamento”.
“Gli infermieri – spiega Antonio De Palma, presidente Nursing Up – sono professionisti laureati con l’obbligo di iscriversi ad un albo, lavorano su turni h.24 spesso senza i riposi che spetterebbero loro di diritto e percepiscono uno stipendio da fame, per non parlare delle progressioni di carriera inesistenti, visto che il riconoscimento giuridico non è mai arrivato. Una situazione di cui si approfittano i paesi europei, dove i neolaureati emigrano spesso e volentieri dopo una lunga formazione che prevede ben 4600 ore di tirocinio. È ora di dire basta: gli infermieri sono stanchi di sopportare in silenzio. E’ così che si tratta una categoria che regge sulle spalle il peso del SSN? Siamo stanchi di vedere vilipesa la nostra professionalità e denunciamo quello che accade tra le corsie”.
“Sorge il dubbio – prosegue – che il demansionamento sia una strategia con la quale le aziende sanitarie utilizzano i propri dipendenti, assunti con una precisa qualifica professionale, onde poi costringerli ad attività, compiti e funzioni che nulla hanno a che vedere con quella professione. Lo scopo non dichiarato sarebbe quello di avvalersi di figure intercambiabili, così da poter sopperire alla carenza di organico e risparmiare”.
Anche la Fnopi (Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche) ha descritto la gravità della situazione degli infermieri italiani in una recente lettera alla ministra Grillo, in cui ha ricordato che la giurisprudenza stessa ha spesso condannato le forme di demansionamento. “Accade addirittura – vi si legge – che gli infermieri, colpevole la carenza di personale legata al blocco del turnover, siano demansionati e vengano affidate loro funzioni proprie di altre figure professionali anche non laureate, senza nulla riconoscere dei loro percorsi di studio”.
“Noi del Nursing Up invitiamo tutti gli infermieri che a vario titolo subiscono il demansionamento – conclude De Palma – a denunciare la situazione presso le nostre sedi sindacali dislocate su tutto il territorio nazionale al fine di dare corso a questa battaglia di civiltà, portandola financo nei tribunali del lavoro, per ristabilire la legalità e chiedere un risarcimento per danno professionale”.