Roma, 30 maggio 2019 – Le stazioni di monitoraggio dell’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV-OE) hanno registrato, a partire dalle ore 21:00 locali del 29 maggio 2019, un incremento dell’ampiezza del tremore vulcanico che ha raggiunto il suo massimo alle ore 03:50 del 30 maggio.
Tale fenomenologia ha preceduto l’apertura, ad una quota di circa 3.150 m s.l.m., di una fessura eruttiva in corrispondenza della base settentrionale del Nuovo Cratere di Sud Est. Da questa fessura, a partire dalle ore 03:20, viene emessa una colata lavica che si sta sviluppando lungo la parete occidentale della Valle del Bove. Il fronte lavico più avanzato di questa colata alle ore 10:15 si attestava a circa 2.050 m di quota.
A partire dalle ore 05.35, la rete di telecamere di sorveglianza ha mostrato l’apertura di un’altra fessura eruttiva localizzata alla base sud-orientale del Nuovo cratere di Sud Est ad una quota di circa 3.050-3.000 m s.l.m.
Questa fessura è interessata da una debole attività esplosiva e dall’emissione di una colata lavica che si sta espandendo lungo la parete occidentale della Valle del Bove in direzione di Serra Giannicola Grande, sovrapponendosi in parte sulla colata lavica del 24-27 dicembre 2018. Il fronte lavico più avanzato alle ore 10:15 si attestava ad una quota di circa 2.260 m s.l.m.
Durante questa fase eruttiva il Nuovo Cratere di Sud Est sta producendo una nube vulcanica con ricaduta di cenere nel versante Nord Est dell’Etna. Attualmente è in corso in area sommitale un sopralluogo da parte del personale INGV-OE.