Palermo, 18 gennaio 2017 – Dopo il recente caso del medico picchiato mentre era in servizio al pronto soccorso dell’unità operativa complessa del Vittorio Emanuele di Catania, anche in un ospedale di Palermo è stata registrata una nuova aggressione. Una dottoressa e un’infermiera sono state picchiate da due donne, suocera e nuora, al pronto soccorso del Civico. Siamo così arrivati a 50 aggressioni negli ultimi 5 anni negli ospedali siciliani.
“Era prevedibile, e se non si interviene è prevedibile anche una massacro di infermieri e medici per tutto il 2017”, dichiara Calogero Coniglio, coordinatore Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti aderente alla confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei.
“Sono trascorsi pochi giorni dalle nostre denunce a prefetture e questure, dalle due interrogazioni parlamentari presentate, dalle rassicurazioni, dalla solidarietà e le promesse del sottosegretario della Salute Faraone e dall’Assessore regionale Gucciardi a Catania. Dopo il dossier di 48 aggressioni inviato alle Prefetture siciliane, alla Regione, ai Sindaci di Catania e Palermo ed ai Ministri della Salute e dell’Interno, dopo l’ultima l’aggressione al dott. Puleo al pronto soccorso del Vittorio Emanuele di Catania, nulla è cambiato, nessun intervento”, commenta Coniglio.
Un’infermiera e una dottoressa sono state picchiate da due donne al pronto soccorso dell’ospedale Civico di Palermo, in attesa di essere visitate hanno colpito i due sanitari che hanno riportato traumi toracici e facciali.
“La denuncia di una interruzione di pubblico servizio a quanto pare non scoraggia i cittadini – dichiara Salvatore Ballacchino, segretario regionale Fsi-Usae – Attendiamo e solleciteremo affinché i due Ministri della Salute e dell’Interno, Lorenzin e Minniti rispondano urgentemente alle interrogazioni parlamentari presentate al Senato dai senatori Scavone e Compagnoni sulle gravi carenze strutturali della Sicilia e della carenza di personale, siamo ancora in attesa delle 5mila assunzioni promesse. A distanza di 160 anni dal Regno delle due Sicilie – conclude Coniglio – non possiamo più accettare nell’era moderna che quest’isola sia ancora irriformabile”.
fonte: ufficio stampa