È stato il malessere di Anatoly Chubais, ex fiduciario di Putin: all’economista sarebbe stata diagnosticata la sindrome di Guillain Barré. Il punto del prof. Giancarlo Zito, neurologo dell’IRCCS San Raffaele Pisana di Roma
Roma, 2 agosto 2022 – “Non riesco a muovermi, non sento più le mani e i piedi”. Lo ha detto Anatoly Chubais a sua moglie prima di essere trasferito dalla Costa Smeralda, dove si trovava in vacanza, in una clinica europea dove è ora ricoverato.
All’economista russo, un tempo vicino al presidente Vladimir Putin, sarebbe stata diagnosticata la sindrome di Guillain Barré. Di cosa si tratta? L’agenzia Dire ne ha parlato con il prof. Giancarlo Zito, neurologo dell’IRCCS San Raffaele Pisana di Roma.
“La sindrome di Guillain Barré – spiega l’esperto – è una poliradicoloneurite infiammatoria acuta autoimmune. È una patologia che colpisce il sistema nervoso periferico, quindi I nostro nervi, dovuta a una risposta aberrante autoimmune del nostro stesso sistema immunitario contro i nostri stessi nervi su insulto che normalmente è dato da un virus esterno e del quale noi non siamo affatto a conoscenza. È infatti molto improbabile, se non impossibile, riuscire a risalire alla eziologia precisa del fattore scatenante. È qualcosa che non si può prevedere”.
Zito aggiunge, però, che la malattia può essere curata. Normalmente la risposta alle terapie è tanto più efficace quanto più è precoce la diagnosi. Quindi generalmente all’occhio del neurologo la sindrome di Guillain Barré emerge in maniera abbastanza eclatante.
“La conferma diagnostica – informa Zito – si ha attraverso l’estrazione del liquor dallo spazio cerebrospinale che viene poi sottoposto ad analisi. Il riscontro di una certa alterazione all’interno del liquor ci permette indirettamente di arrivare alla diagnosi, oltre al corredo di sintomi specifici e che normalmente è dato da una debolezza muscolare importante di segmenti specifici del corpo, di solito gli arti, e che si unisce, poi, ad alterazioni della sensibilità”.
Lo spettro clinico può essere molto ampio. “Si va da forme paucisintomatiche, o comunque a basso impatto clinico, a forme a rapida progressione che possono anche portare all’insufficienza respiratoria e alla morte, quindi comunque alla necessità di dover intubare il paziente e di doverlo assistere in un ambiente rianimatorio”, spiega Zito.
“L’incidenza generale della sindrome di Guillain Barré con il Covid è solo lievemente incrementata. Parliamo di uno o due casi su 100.000 abitanti, un quadro che fortunatamente rimane abbastanza contenuto”, afferma il prof. Giancarlo Zito. L’esperto sottolinea che “il Covid, infatti, può aver determinato un aumento di tale sindrome nella misura in cui si è trattato di un’affezione virale che ha colpito le vie respiratorie. Quindi in questo senso alcuni soggetti predisposti possono aver più facilmente contratto la sindrome di Guillain Barré, ma possiamo affermare che non si è assistito ad una esplosione dell’incidenza o ad un qualcosa che possa essere proporzionale invece ai numeri che hanno altresì caratterizzato il Covid a livello di pandemia globale”.
Il prof. Zito tiene poi a informare come da parte degli organi competenti non ci siano raccomandazioni specifiche sulla astensione dal vaccino qualora si abbia avuto la sindrome di Guillain Barré. “Non si è verificato un alert, un allarme specifico in tal senso. L’astensione della vaccinazione dal Covid espone al Covid stesso e non riduce comunque il rischio di avere una sindrome di Guillain Barré rispetto alla popolazione generale. Se ho avuto una sindrome di Guillain Barré in passato non mi posso ritenere immune come se invece ho avuto il Covid, perché l’espressione clinica del Covid può essere considerata al pari di una vaccinazione”.
“Chi, ad esempio, si sta approssimando a fare la quarta dose perché rientra nella popolazione ultra 65enne o comunque fragile ed esposta al rischio di una reinfezione da Covid e contrae il Covid può non fare la quarta vaccinazione – prosegue il neurologo – perché, di fatto, l’infezione da Covid ha in qualche modo riattivato il suo sistema immunitario. E questo è qualcosa che riguarda esclusivamente il Covid. Viceversa, la possibilità di avere la sindrome di Guillain Barré nella vita rimane bassa ma comunque costante, indipendentemente dalle vaccinazioni per il Covid”.
Il medico rende poi noto che “queste cross-reattività che si possono essere manifestate dopo la vaccinazione, in realtà non sono identificabili in maniera univoca né come una conseguenza al vaccino, di qualunque tipo si tratti, né tantomeno ad una affezione del sistema immunitario indotta dal vaccino che poi possa aver determinato l’aumento dell’incidenza di Guillain Barré”.
Recentemente l’Agenzia italiana del farmaco ha fornito un report sull’incidenza degli effetti collaterali a livello globale e nazionale. “A fronte di circa 138 milioni di dosi di vaccino somministrate, l’incidenza degli effetti collaterali, inclusa la sindrome di Guillain Barré, è rimasta in ogni caso estremamente bassa”, conclude il prof. Zito.
(fonte: Agenzia Dire)