L’innovazione dell’approccio tubolare è frutto di ricerche statunitensi, ma il centro di Messina è il primo in Italia ad applicarla
Roma, 20 ottobre 2016 – “Le nuove frontiere in neurochirurgia ci proiettano verso l’ultramininvasivo – così afferma Francesco Tomasello, presidente della 65 edizione del Congresso nazionale SINch nella prima giornata dei lavori congressuali – L’innovazione è straordinariamente andata avanti sia per quanto concerne i microscopi di ultima generazione, gli endoscopi tridimensionali e gli esoscopi”.
Il neurochirurgo Francesco Tomasello, vicepresidente della Federazione mondiale di neurochirurgia, opera tumori con un nuovo sistema denominato approccio tubolare. “La sua peculiarità – spiega Tomasello – è che può raggiungere profondità di cinque centimetri nel cervello poiché è tutto arrotondato e non distrugge i fasci nervosi ma li disloca. Con le metodiche classiche si rischiava di distruggere le fibre. Con questo nuovo ‘tubolo’ non si danneggiano”.
Questa nuova tecnica, ed è qui l’aspetto più straordinario dell’approccio tubulare, può essere utilizzata per le lesioni profonde oltre che per lo svuotamento degli ematomi intracerebrali. “L’aspetto più entusiasmante – ribadisce il neurochirurgo – sarà che si potrà applicare per rimuovere tumori, con meravigliosi risultati”. L’innovazione è frutto di ricerche statunitensi, ma il centro di Messina è il primo in Italia ad applicarla.
“Il dispositivo tubulare – illustra Francesco Tomasello – ha una grandezza di 17 millimetri ed è strettamente connesso alla neuronavigazione. Con il navigatore, il neurochirurgo sa che in profondità troverà il tumore. L’innovazione che sta cambiando l’era della neurochirurgia somiglia al navigatore dell’automobile che ci indica la strada. Grazie a questa nuova tecnica rivoluzionaria il neurochirurgo sa con estrema precisione dove operare ma soprattutto lo fa con un enorme rispetto delle vene”, conclude Tomasello.
fonte: ufficio stampa