Effettuato presso l’ospedale Regina Margherita della Città della Salute di Torino, l’intervento ha coinvolto diverse equipe multidisciplinari. Un risultato eccezionale in una situazione veramente oltre ogni limite
Torino, 23 dicembre 2021 – Nei giorni scorsi sono stati salvati mamma e neonato grazie a un eccezionale intervento cardiochirurgico effettuato durante il parto, presso l’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino.
Il neonato era affetto da un raro tumore cardiaco fetale, che non gli avrebbe permesso di respirare appena messo al mondo. Grazie alla tecnica EXIT, nelle sale operatorie del Regina Margherita, il piccolo è stato prima intubato, quando ancora era attaccato alla placenta della mamma, per garantirne la sopravvivenza, e poi operato durante il parto stesso, grazie all’assistenza multidisciplinare di ginecologi – ostetrici, neonatologi, cardiologi, anestesisti rianimatori e cardiochirurghi pediatrici.
Il feto era affetto da una grave malformazione, diagnosticata in epoca prenatale, dalla dott.ssa Simona Sdei dell’équipe della prof.ssa Chiara Benedetto, nel centro di Ecografia dell’ospedale Sant’Anna di Torino, di cui è responsabile il dott. Andrea Sciarrone, con la collaborazione della dott.ssa Mariolina Tibaldi della Cardiologia pediatrica del Regina Margherita, diretta dalla dott.ssa Gabriella Agnoletti: un raro tumore cardiaco potenzialmente fatale.
Si tratta di una patologia molto rara, in cui la sopravvivenza del neonato è possibile soltanto se il tumore viene immediatamente asportato alla nascita. La massa tumorale, che occupava quasi tutto il torace e comprimeva cuore e polmoni, avrebbe impedito ai polmoni di espandersi e al neonato di respirare. Da qui la necessità di programmare il parto con l’équipe multispecialistica.
Nelle due settimane precedenti la nascita, in una lotta contro il tempo, la mamma è stata ricoverata per scompenso ingravescente del bambino nel reparto di Ginecologia e Ostetricia 1 universitaria, diretta dalla prof.ssa Chiara Benedetto, di cui è referente il prof. Luca Marozio. Durante il ricovero, per guadagnare giorni preziosi, vista l’importante prematurità del feto, sono state somministrate alla mamma, con successo, terapie innovative discusse collegialmente tra tutti gli operatori coinvolti per correggere lo scompenso fetale. È stato così possibile arrivare a 33 settimane.
L’intervento è stato effettuato presso le sale operatorie dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, per l’occasione riadattato alle esigenze ostetriche, grazie alla collaborazione dell’équipe infermieristica, coordinata dalla signora Roberta Gualandi.
Il parto cesareo è stato eseguito dalle dottoresse Simona Sdei e Donatella Ciochetto dell’équipe della prof.ssa Chiara Benedetto. Il neonato è stato assistito dai dottori Francesco Cresi ed Elena Maggiora, dell’équipe della Neonatologia universitaria, diretta dal prof. Enrico Bertino, e dal dott. Sergio Grassitelli, con gli anestesisti rianimatori della Anestesia e Rianimazione pediatrica, diretta dal dott. Giorgio Ivani.
L’intervento di taglio cesareo è stato effettuato con tecnica EXIT, che prevede l’intubazione del neonato ancora collegato alla placenta al momento dell’estrazione della testa con un lavoro sinergico dei vari specialisti.
La presenza del tumore nel torace però non consentiva una adeguata ventilazione del paziente, in quanto i polmoni erano schiacciati dalla massa. Per questo motivo il neonato, con un peso di 1,9 kg, è stato trasferito presso la sala attigua, dove è stato immediatamente sottoposto ad un delicato intervento cardiochirurgico dal dott. Carlo Pace Napoleone, Direttore della Cardiochirurgia pediatrica e delle Cardiopatie congenite nell’ambito del Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino “Regina Margherita” della Città della Salute, diretto dalla prof.ssa Franca Fagioli.
L’operazione, consistita nell’asportazione totale in sternotomia mediana del teratoma pericardico di 7.5 cm, è perfettamente riuscita ed il piccolo paziente è già stato dimesso dalla Terapia intensiva cardiochirurgica. Attualmente è ricoverato presso la Terapia Intensiva neonatale universitaria ed ha iniziato ad alimentarsi con latte di banca e ora finalmente con il latte fresco della propria mamma.
Si è trattato di un grandissimo esempio di gioco di squadra, dove un’équipe multidisciplinare, composta da diverse decine di persone ha saputo portare a termine con successo un difficilissimo percorso terapeutico-assistenziale, permettendo ad un neonato, altrimenti senza alcuna speranza di sopravvivenza, una vita praticamente normale.
La Città della Salute, grazie alla presenza di professionisti di altissimo livello in tutte le specialità coinvolte, ha confermato di essere uno dei pochi Centri in grado di garantire un trattamento adeguato anche a pazienti che escono completamente dai percorsi di cura ordinari, ottenendo un risultato eccezionale in una situazione veramente oltre ogni limite.