Roma, 6 ottobre 2023 – Quando un bimbo nasce prima del termine avviene un passaggio improvviso e prematuro dal confort dell’utero materno al mondo esterno, proprio in una fase molto delicata e cruciale dello sviluppo del sistema nervoso centrale e delle funzioni cerebrali. Tutti gli stimoli che provengono dall’esterno (rumori, luci, manipolazioni) non possono essere adeguatamente modulati e determinano un carico di stress eccessivo per il piccolo, con conseguenze negative sulla sua crescita e sul suo sviluppo neurologico nel lungo termine.
Negli ultimi decenni, proprio dalla necessità di fronteggiare questa problematica, è nata e si è sviluppata la Care Neonatale. Per “Care” si intende l’approccio assistenziale globale che ha come obiettivo di ridurre il più possibile l’esperienza dello stress del neonato prematuro durante l’ospedalizzazione e di promuovere il suo benessere psico-fisico.
La “Care” fatta di tecniche mirate a minimizzare le stimolazioni esterne si è evoluta negli anni in “Developmental Care”, proposta per la prima volta dalla neuropsicologa statunitense Heidelise Als. La Developmental Care è un approccio di cura individualizzato che tiene in considerazione il livello maturativo del singolo neonato, della sua età gestazionale e delle sue condizioni cliniche. Il piccolo paziente è un individuo in grado di mettersi in relazione con l’ambiente esterno e l’osservazione e la comprensione dei suoi comportamenti guidano l’operatore nel fornire l’assistenza più adatta in ogni fase del ricovero.
Anche la famiglia svolge un ruolo fondamentale nel percorso assistenziale. La Family Centered Care, e cioè la Care incentrata sulla famiglia, si basa sull’evidenza che il contatto tra neonati e genitori è benefico per tutto il nucleo familiare. I genitori adeguatamente informati e guidati dai professionisti sanitari diventano parte attiva delle cure, e questo ha un impatto positivo sullo sviluppo globale del bambino, incoraggia il bonding genitore-neonato e migliora la sicurezza e le competenze genitoriali nell’accudimento.
È il caso della Neuroprotective Care, che si basa su 7 principi fondamentali: salvaguardare il sonno e il riposo dei neonati ricoverati in TIN grazie all’intervento dei caregivers e il contatto precoce con i genitori adottando lo skin to skin; posizione e contenimento dei neonati prematuri; protezione della cute; minimizzare lo stress; nutrizione adeguata; collaborare con le famiglie per sostenere i genitori nel ruolo di caregiver e promuovere un attaccamento sicuro e un ambiente accogliente e curativo per ridurre al minimo l’impatto negativo della TIN.
La partecipazione dei genitori alle cure del piccolo è di per sé cura preziosa e fondamento della Care, come ribadiscono anche gli Standard Assistenziali Europei per la Salute del Neonato. Gli Standard nascono dall’esigenza di diffondere e garantire a tutti i neonati la migliore qualità di cure possibile, e questo obiettivo può essere raggiunto solo se tutti i professionisti sanitari che lavorano in Terapia Intensiva Neonatale vengono formati adeguatamente e applicano sul campo i principi della cura dello sviluppo incentrata sul neonato e sulla famiglia.
Altro obiettivo cruciale delle cure perinatali è garantire sempre ai piccoli pazienti un’analgosedazione ottimale e personalizzata. Il dolore impatta fortemente sulla qualità di vita del neonato e di tutto il nucleo familiare. I piccoli ricoverati e in particolar modo i neonati prematuri, sono sottoposti a lunghe ospedalizzazioni in ambiente intensivo e a procedure frequenti, necessarie, ma dolorose e stressanti.
La ridotta capacità di manifestare lo stress e di comunicare dolore e disagio contribuiscono ad aumentare il rischio di un’analgesia inadeguata nei prematuri. Un approccio globale, che preveda l’utilizzo combinato di tecniche farmacologiche e non farmacologiche, associate ad interventi ambientali ed assistenziali, in cui siano coinvolti anche i genitori, consente di ottenere un migliore controllo di stress e dolore. Tutto questo si traduce in benefici enormi sulla salute dei piccoli pazienti.
“Quando il dolore e il disconfort sono ridotti al minimo, i neonati mangiano e dormono meglio, crescono di più, sono più stabili, e mostrano uno sviluppo neurocomportamentale più armonioso nel lungo termine – afferma il prof. Luigi Orfeo, Presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN) – Conforto adeguato, riconoscimento e trattamento del dolore sono, quindi, alla base dell’assistenza neonatologica e nostro compito è quello di diffondere tra neonatologi ed infermieri le più recenti evidenze scientifiche e tutti i progressi disponibili a garanzia delle migliori cure possibili per i nostri neonati”.
La SIN, con i suoi gruppi di studio dedicati, lavora costantemente per promuovere la cultura della Care Neonatale e il Congresso Nazionale sarà una preziosa occasione di aggiornamento e confronto su queste tematiche per tutto il mondo neonatologico.