Roma, 15 novembre 2021 – Ogni anno nascono nel mondo circa 15 milioni di neonati prematuri, cioè prima della 37a settimana di gestazione, in Italia oltre 30.000, il 6,9% delle nascite, tasso che con la pandemia è aumentato all’11,2% nei parti da donne con infezione da SARS-Cov-2 (Registro Covid SIN).
La nascita prematura comporta preoccupazioni e ansie nei genitori, che si trovano davanti ad un evento di cui, spesso, conoscono poco. Ma l’Italia è tra i Paesi con il più basso tasso di mortalità al mondo di neonati molto prematuri, cioè di peso inferiore a 1.500 grammi (11,9% media italiana dal Network INNSIN rispetto alla media internazionale del 14,6% del Vermont Oxford Network).
“Le cause della mortalità di questi neonati prematuri non può ricercarsi solo nella rete dei punti nascita – afferma il Presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN) dott. Luigi Orfeo – Sono tanti e diversi i fattori che influiscono sull’esito di una nascita pretermine come l’incidenza della povertà, l’accessibilità alle cure ed alla prevenzione, la mancanza di servizi e infrastrutture nelle zone disagiate, percorsi di accompagnamento alla gravidanza poco diffusi, ecc. Noi neonatologi facciamo del nostro meglio per migliorare la rete dei punti nascita italiani e ci stiamo impegnando per garantire l’accesso dei genitori senza limitazioni di orari, nelle Terapie Intensive Neonatali (TIN), dove i bambini nati pretermine vengono trasferiti e dove possono restare anche per mesi; per continuare a promuovere l’importanza dell’allattamento al seno e della donazione del latte materno, attraverso le Banche del Latte Umano Donato (BLUD)e per il riconoscimento dei Servizi di Follow-up neonatale”.
Proprio per questo, il 17 novembre 2021, in occasione della Giornata Mondiale della Prematurità, su invito della Società Italiana di Neonatologia (SIN) e Vivere Onlus Coordinamento Nazionale delle Associazioni per la Neonatologia, oltre 200 piazze, monumenti e ospedali di tutta Italia saranno illuminati di viola per sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni sulla nascita pretermine.
Il tema della campagna di quest’anno è Zero separation, “Agiamo adesso. Non separare i neonati prematuri dai loro genitori”, promossa dalla European Foundation for the Care of Newborn Infants (EFCNI),per continuare a difendere il ruolo prioritario di mamma e papà, ancor di più in periodo Covid.
L’impatto della pandemia sull’assistenza in TIN
Tra l’autunno del 2020 ed il primo trimestre del 2021, la SIN, grazie ai suoi due Gruppi di Studio della Care Neonatale e della Qualità delle Cure ed a Vivere Onlus, ha condotto l’Indagine conoscitiva nazionale sulle pratiche di assistenza neonatale durante la pandemia da Covid-19, che ha coinvolto i punti nascita italiani di II livello.
Da questa analisi è emerso che, dopo un primo periodo di incertezze dovute alla mancanza di conoscenze sul Covid-19,i centri, che prima dell’impatto della pandemia erano più “aperti” ai genitori, hanno continuato ad esserlo, contemperando le esigenze di sicurezza, con percorsi che garantissero il contatto genitoriale.
La SIN ha, infatti, supportato da subito i reparti con indicazioni precise e tempestive volte a prevenire l’infezione da Covid-19, come ad esempio l’utilizzo di mascherine, la corretta igiene delle mani, il triage con controllo della temperatura, ma sostenendo sempre l’ingresso e la vicinanza dei genitori in TIN.
L’accesso della donna non sospetta per Covid-19 alla TIN o al reparto di Patologia Neonatale è praticamente sempre stato garantito (98,9% dei centri). In particolare, nel 54,4% la durata o la frequenza degli accessi sono rimaste uguali al periodo pre-epidemico, nel restante 44,4% dei casi hanno subito una riduzione.
Prima della pandemia, il 71% dei centri garantiva alle madri un accesso libero h24, mentre il 20% consentiva l’accesso per un tempo superiore a 6 ore, mentre il restante 8,9% a orari definiti per un tempo inferiore a 6 ore. La Kangaroo Mother Care, fondamentale per lo sviluppo dei nati pretermine e per l’avvio precoce dell’allattamento materno, è stata praticata o incoraggiata nel 67,8% dei centri, ridotta di durata o frequenza nel 31% dei centri, sospesa solo nell’1,1% dei casi.
“Dal contatto pelle-a-pelle, al rooming-in, all’apertura delle TIN 24/24 h, i neonati prematuri hanno bisogno di stare con mamma e papà, per gli innumerevoli benefici che comporta questa vicinanza, di gran lunga superiori ai problemi che possono scaturire dal Coronavirus – aggiunge il Presidente della SIN Orfeo – I genitori non sono semplici visitatori, ma sono parte integrante delle cure e dobbiamo quindi fare tutto il possibile per promuovere il contatto con i loro piccoli, nonostante le limitazioni dovute dalla pandemia”.