Roma, 5 ottobre 2016 – Tutelare la sicurezza degli oltre sei milioni di turisti che ogni anno visitano i Musei Vaticani attraverso la cardio-protezione dell’intero percorso museale e promuovere la cultura del primo soccorso riconoscendo una priorità assoluta alla salvaguardia della vita.
Si ispira a queste esigenze e a questi valori il progetto ideato e realizzato dai Musei della Santa Sede e dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, promosso dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano nella sua Direzione di Sanità ed Igiene e sotto l’egida scientifica del Centro di Formazione dell’American Heart Association che vede i Musei Vaticani diventare una delle più grandi aree museali al mondo interamente cardio-protetta.
Ad annunciare come nessuna realtà al mondo abbia mai svolto un piano di formazione così ampio, complesso e ben riuscito sono stati Sua Eminenza il Card. Bertello, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, la dott.ssa Mariella Enoc, presidente del Bambino Gesù, il prof. Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, il prof. Alfredo Pontecorvi, direttore Sanità ed Igiene della Stato della Città del Vaticano, il prof. Corrado Cecchetti, primario dell’Area Rossa-dipartimento di emergenza dell’Ospedale del Bambino Gesù e un rappresentante della American Heart Association.
In conformità a quanto stabilito dalle linee guida internazionali, sono state installate nei Musei del Papa ben 18 postazioni con defibrillatori automatici esterni, posizionate lungo il percorso di visita tenendo conto delle caratteristiche specifiche delle varie aree e dei momenti di maggiore affluenza, e oltre 300 custodi, tra Musei Vaticani e Ville Pontificie, hanno potuto formarsi a far fronte alle prime esigenze connesse ad un evento di arresto cardiaco.
Un’incredibile innovazione che consentirà, nel caso di un evento critico come un arresto cardiaco, in cui diventa fondamentale poter procedere con la rianimazione entro pochi minuti, un intervento tempestivo aumentando le percentuali di sopravvivenza e dando la possibilità di attendere più a lungo l’arrivo dei soccorsi. In casi del genere, diventa fondamentale poter intervenire con le procedure di rianimazione entro pochi minuti, al fine di ridurre al minimo il rischio di morte e i danni collaterali in attesa dell’arrivo dell’ambulanza o comunque di un supporto avanzato delle funzioni vitali. La probabilità di sopravvivenza diminuisce infatti del 6-10% per ogni minuto che passa, arrivando a percentuali prossime allo zero dopo 10 minuti.
In caso di necessità, il piano di cardio-protezione prevede l’intervento immediato del custode più vicino all’evento critico, che pratica la prima rianimazione e attiva la catena di sopravvivenza allertando i colleghi con una radiotrasmittente. I colleghi recuperano il defibrillatore e lo utilizzano sul posto, in attesa dell’arrivo dell’ambulanza e di un team di rianimazione avanzato.
Questo tipo di organizzazione e formazione è stata resa possibile dall’accreditamento internazionale dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù come Centro di Formazione dell’American Heart Association (AHA), la principale società Scientifica americana che opera nel campo della prevenzione e del controllo delle malattie cardiovascolari. L’Ospedale ha messo a disposizione le competenze medico-sanitarie dei propri istruttori e ha rilasciato a tutti i partecipanti dei Musei Vaticani e delle Ville Pontificie la certificazione internazionale che ha validità di 2 anni, attestando le competenze nella rianimazione cardio-polmonare di base, nonché l’abilitazione all’utilizzo dei defibrillatori. Alcuni membri del personale sanitario del Servizio Igiene e Sanità del Vaticano sono stati formati in maniera specifica per diventare a loro volta istruttori, garantendo così un costante ed autonomo aggiornamento nel tempo.
“Nostro dovere – ha commentato il prof. Paolucci, direttore dei Musei Vaticani – è garantire all’interno del Museo i migliori standard di sicurezza. Chi entra nelle collezioni del Papa deve sapere che questo è un luogo vigilato, protetto, dove anche l’evento cardiaco critico viene fronteggiato con la massima tempestività e con la migliore strumentazione tecnica”.
“Per noi è un onore e un dovere – ha sottolineato la dott.ssa Enoc, presidente del Bambino Gesù – mettere a disposizione dei Musei Vaticani il patrimonio delle nostre competenze per contribuire a tutelare la vita delle miglia di persone che ammirano ogni giorno i capolavori custoditi in questi luoghi”.
fonte: ufficio stampa