Studio internazionale apre la strada a nuove soluzioni per migliorare la salute globale
Cleveland, 2 gennaio 2025 – Una ricerca condotta da un team internazionale, guidato da scienziati dell’Università dell’Aquila e della statunitense Case Western Reserve University di Cleveland, Ohio, ha rivelato significative differenze nella composizione della flora batterica orale tra uomini e donne. Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista JCI Insight, rappresenta un passo avanti cruciale nella comprensione delle connessioni tra il microbiota orale e la salute sistemica.
Un microbiota diverso tra i sessi
“La nostra ricerca dimostra che i batteri presenti nella bocca differiscono significativamente in base al genere in specifici siti orali, sia in condizioni di salute che, soprattutto, in caso di malattia orale, come la parodontite”, spiega la prof.ssa Rita Del Pinto, Professoressa Associata di Medicina Interna all’Università dell’Aquila e Adjunct Professor presso la Case Western Reserve University.
Lo studio ha evidenziato che è il microbiota della placca dentale a presentare maggiori differenze tra i sessi. “Abbiamo, inoltre, osservato che il fumo di sigaretta amplifica queste differenze di genere, avvicinando i fumatori sani alle caratteristiche microbiologiche di chi soffre di parodontite, ma non fuma”.
Un problema diffuso anche in Italia
La parodontite, una patologia gengivale che provoca un progressivo danneggiamento dei tessuti di supporto dei denti, può condurre alla loro perdita se non trattata. Questa malattia rappresenta anche un significativo peso economico globale, con costi diretti stimati in quasi 300 miliardi di dollari. In Italia, oltre il 50% della popolazione ne è affetto, e circa una persona su otto soffre di forme gravi.
Il prof. Davide Pietropaoli dell’Università dell’Aquila osserva che “le differenze di genere nel microbiota della placca dentale potrebbero influire sul sistema immunitario in modo sesso-specifico, amplificando così gli effetti locali e sistemici della malattia”.
Implicazioni sistemiche della salute orale
“Il microbiota orale è un indicatore chiave non solo per la salute della bocca, ma anche per patologie sistemiche come malattie cardiovascolari, intestinali, il cancro e la malattia di Alzheimer”, aggiunge la prof.ssa Theresa Pizarro, co-senior author dello studio e Professoressa di Immunologia presso la Case Western Reserve University.
Alterazioni del microbiota orale possono altresì influire su altre sezioni del sistema gastroenterico, suggerendo un legame stretto tra la salute orale e patologie intestinali. Il prof. Fabio Cominelli, gastroenterologo, Direttore del Centro di Ricerca sulle Malattie Digestive NIH di Cleveland e Editor in Chief di IBD Journal, sottolinea: “La salute orale sta acquisendo un ruolo sempre più centrale in ambito gastroenterologico. Non dobbiamo dimenticare che la bocca rappresenta la porta d’ingresso dell’apparato gastrointestinale, influenzando anche patologie che in passato si pensava fossero esclusivamente di origine intestinale. Questo legame evidenzia l’importanza di considerare la salute orale in una prospettiva sistemica”.
L’intelligenza artificiale a supporto della ricerca
Un elemento innovativo dello studio è stato l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale per identificare il sesso biologico degli individui analizzando la composizione della flora microbica nella placca dentale, raggiungendo un’accuratezza superiore all’80%. “Questa tecnologia apre nuove prospettive sia per la ricerca sul microbioma sia per lo sviluppo di applicazioni diagnostiche e terapeutiche collegate”, conclude il prof. Davide Pietropaoli.
Collaborazioni internazionali e prospettive future
Lo studio è frutto di una collaborazione internazionale tra l’Università dell’Aquila e la Case Western Reserve University, che continuerà a indagare il ruolo del microbiota orale in patologie cardio-cerebro-vascolari e gastroenteriche. Grazie a importanti finanziamenti dal PNRR, i ricercatori approfondiranno l’associazione tra microbiota orale e aterosclerosi, coinvolgendo giovani studiosi e ricercatori. “La sinergia tra queste istituzioni garantirà risultati ancora più significativi in futuro”, conclude la prof.ssa Del Pinto.
Questa ricerca non solo illumina il ruolo cruciale del microbiota orale, ma apre la strada a nuove soluzioni per migliorare la salute globale.