Per i pazienti un beneficio clinico dai due trattamenti combinati: lo dice lo studio internazionale Secombit che vede l’Aou di Sassari, con il prof. Giuseppe Palmieri, tra i centri coinvolti
Sassari, 6 settembre 2022 – I pazienti con melanoma avanzato e che presentano una mutazione del gene Braf possono ottenere un beneficio clinico dalla combinazione di due trattamenti: l’immunoterapia seguita dalla terapia molecolare con inibitori del gene Braf mutato.
È quanto emerge dallo studio internazionale Secombit (Sequential Combo Immuno and Target therapy study), i cui risultati sono stati pubblicati il 1 settembre sulla prestigiosa rivista internazionale di oncologia Journal of Clinical Oncology e, dal 9 al 13 settembre saranno presentati al congresso European Society of Medical Oncology in programma a Parigi.
Lo studio ha visto la partecipazione di 37 centri medici accademici in nove Paesi europei e rappresenta il primo protocollo clinico in grado di fornire indicazioni utili da trasferire nella pratica clinica per il trattamento dei pazienti con melanoma maligno. Sono stati coinvolti, inoltre, 209 pazienti.
Lo studio, che vede quale principal investigator il prof. Paolo Ascierto dell’IRCCS “Pascale” di Napoli, coinvolge il prof. Giuseppe Palmieri (co-principal investigator), ordinario di Oncologia Medica dell’Università di Sassari e responsabile del programma di Immuno-oncologia e bioterapie oncologiche mirate dell’Aou di Sassari e della sede di Sassari dell’Istituto di Ricerca Genetica e Biomedica del Cnr.
“Lo studio – afferma il prof. Giuseppe Palmieri – ha anche fornito per la prima volta dei dati prospettici sugli esiti di sopravvivenza e sul beneficio clinico di lungo termine per un terzo approccio, cosiddetto a sandwich. In questo caso l’immunoterapia è preceduta da un breve trattamento con terapia target e potrebbe essere efficace nei pazienti con un carico di malattia maggiore o con malattia più aggressiva. Questo dato, però, necessita di un più esteso follow up per essere proposto nella pratica clinica”.
Il ruolo di Sassari sarà importante, perché qui sarà gestita la parte di ricerca traslazionale dello studio e che fornirà importanti informazioni sulle caratteristiche clinico-patologiche e molecolari dei pazienti responsivi e resistenti al trattamento in sequenza.