Roma, 8 gennaio 2020 – “Le comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai), la Confederazione Internazionale Laica interreligiosa (Cili-Italia) e l’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) presentano un bilancio drammatico in Libia e in Iraq con grande preoccupazione che peggiori la situazione e non ci sia più spazio per soluzioni diplomatiche e con un fiume di sangue di civili, donne e bambini.
Più di 4.000 morti tra civili e militari in Libia dal 04.04 con ospedali al collasso e mancano tutti gli strumenti essenziali per poter proseguire in servizi, cura, interventi chirurgici e assistenza ai malati cronici (cardiopatici, diabetici e dialisi) oltre medici specialisti, infermieri e psicologi, come ci riferiscono i 6 medici locali in contatto continuo dall’inizio del conflitto.
La nostra preoccupazione e solidarietà va ai soldati italiani e civili iracheni, chiediamo una riunione urgente dell’Onu per evitare una terza guerra mondiale e decisioni unilaterali a discapito della sovranità dell’Iraq e tutelare i civili, bambini e donne. Ci sono più di 100 morti tra ieri e oggi in Iraq, come ci riferiscono i giornalisti e medici iracheni.
“Una situazione internazionale molto tragica dal punto di vista del numero dei morti, sia in Libia che in Iraq, dove si parla solo di conflitti e morti e mai di proposte concrete. Manca un ruolo decisivo dell’Italia e della comunità europea e degli stessi paesi arabi a favore del cessate il fuoco e la pace in Medio Oriente”.
Queste le dichiarazioni del Fondatore di Co-mai e Amsi nonché Membro Registro Esperti Fnomceo Foad Aodi, che ringrazia proprio il presidente della Fnomceo Filippo Anelli associandosi al suo appello al Governo Italiano affinché si cerchi in tutti i modi di aprire canali di dialogo tra le parti. Bisogna sostenere le popolazioni e i professionisti della sanità nei paesi di conflitto come chiedono da sempre Amsi, Fnomceo, Co-mai, il Movimento Uniti per Unire, l’Unione Medica Euro Mediterranea (Umem), (Cili-Italia) e Emergenza Sorrisi.