Roma, 16 ottobre 2018 – “Apprendiamo favorevolmente la notizia che, nel corso della riunione di ieri, il Consiglio dei Ministri abbia assunto l’impegno di abolire il numero chiuso per l’accesso alla Scuola di Medicina e auspichiamo che l’iter annunciato stamane dai ministri competenti sia volto in tale direzione. Certamente il percorso di razionalizzazione prenderà del tempo, sarà necessaria la valutazione delle risorse disponibili e un confronto con la CRUI, ma riteniamo che questo sia un segnale che va nella giusta direzione. Siamo certi che il governo si impegnerà in una battaglia di giustizia e apertura alla formazione di nuovi medici dei quali il nostro Paese ha più che mai bisogno per affrontare un flusso di pensionamenti che si concentrerà nei prossimi anni. Ma per centrare davvero il risultato occorre uno sforzo in più”.
Lo dichiarano la segretaria confederale Ugl con delega alle Politiche della salute, Daniela Ballico, e il segretario nazionale Ugl Università, Raffaele Lanteri, sottolineando come “la nostra battaglia a difesa di un diritto adesso appare essere stata ascoltata con la probabile eliminazione di un modello anacronistico o, meglio, dannoso o comunque in una rimodulazione numerica degli accessi. Il numero programmato nacque in uno specifico momento storico per evitare che pletore di camici bianchi andassero incontro a una probabile disoccupazione o sottooccupazione. Nel frattempo il numero programmato è diventato un numero chiuso di fatto che ha prodotto la paradossale situazione attuale in cui a fronte dei tanti posti che si verranno a liberare non c’è nessuno che potrà occuparli”.
“Bene quindi – sottolineano – l’immediata abolizione del numero chiuso o comunque, un immediato incremento degli accessi a Medicina, ma chiediamo al legislatore qualcosa di più: la riorganizzazione del ‘secondo collo di bottiglia’ della professione ovvero il numero di posti fruibili per le scuole di specializzazione e per la medicina generale. Solo una reale programmazione consentirà alla Salute pubblica e privata di poter contare su professionisti formati a disposizione dei nostri cittadini, facendo in modo così che i nostri giovani possano lavorare in Italia invece di essere costretti ad emigrare per acquisire un titolo o, peggio ancora, evitando di importare laureati dall’estero”.
“L’Ugl – concludono Ballico e Lanteri – in prima linea per tutela dei lavoratori e dei cittadini si rende immediatamente disponibile ad offrire il proprio contributo di idee”.