Pordenone, 13 aprile 2019 – Emergenza, cardiologia, neurologia, psichiatria, e altri sono stati i temi affrontati nel corso del convegno dedicato alla Medicina di Genere, intitolato “La salute declinata al femminile, elogio dell’imperfezione”, svoltosi ieri in una gremita sala congressi della Fiera di Pordenone, organizzato anche quest’anno dalla S.C. di Cardiologia dell’Azienda Sanitaria 5.
Con il Coordinamento del gruppo aziendale, “Go Red for women…in Pordenone”, costituito un anno fa, il congresso, si è articolato in quattro sessioni.
“Questa iniziativa per l’Azienda Sanitaria 5 ha più obiettivi- ha spiegato il Direttore Generale, il dott. Giorgio Simon – il primo dei quali è che ci si organizzi nei luoghi di accesso, Pronto Soccorso e nei vari reparti, perché tutti i professionisti sappiano che le pazienti donne devono essere assistite in maniera diversa perché i sintomi con cui si presentano alcune patologie sono differenti. Il comportamento professionale deve quindi organizzarsi in tal modo e inoltre la cultura della differenza di genere nel trattamento delle malattie deve pian piano a partire dall’emergenza essere estesa a tutte le strutture aziendali. Raccogliamo i dati relativi ai diversi interventi e tipologie di cure per quanto riguarda l’età e la differenza di sesso è un altro degli aspetti importanti da monitorare per comprendere se il nostro impegno è corretto”.
“Puntiamo sulla collaborazione multidisciplinare e multiprofessionale e sulla compenetrazione dei saperi non solo tecnici e scientifici e ci stiamo muovendo verso la comprensione dei problemi della singola persona, globalmente nella sua interezza e complessità – ha annunciato la dott.ssa Daniela Pavan Direttore del Dipartimento di Cardiologia dell’AAS5 – A Pordenone abbiamo strutturato il gruppo “Go Red for women…in Pordenone”, che riunisce varie professionalità per tracciare una serie di percorsi sia all’interno dell’ospedale dedicati alle cure e alla gestione delle malattie in maniera differenziata a seconda del genere sia con iniziative di gemellaggio e integrazioni con altri settori anche artistici in modo da veicolare sempre di più il messaggio che riguardi la conservazione e la tutela della salute di ciascuno di noi”.
“Il progetto forse più importante, che è già partito in alcune postazioni di Pronto Soccorso in maniera sperimentale nella nostra provincia, è quello di differenziare il percorso di accesso per dolore toracico in maniera diversa, fra donna e uomo, raccogliendo i fattori di rischio che sono genere relati e quindi stratificando l’accesso della persona non tanto e non solo sulla base dei fattori di rischio tradizionale ma anche in base ai fattori di rischio genere relati – prosegue Pavan – Siamo ancora in fase di raccolta dati però siamo tra i primi, non solo in regione ma in Italia, ad ipotizzare questo tipo di percorso. I dati saranno estremamente interessanti e innovativi per tutta la comunità scientifica. Il contributo dei relatori di oggi è stato rilevante dal punto di vista tecnico per le competenze relative al Pronto Soccorso mentre la parte finale dei lavori è servita far capire il come e perché pendersi cura non deve essere solo curare, solo visitare ma cercare di capire la persona. Questo lo sforzo che faremo a Pordenone. Il Pronto Soccorso è la fase più delicata dell’accesso del paziente, per la difficoltà di avere risorse mezzi e tempo perché sono malattie “tempo dipendenti”. La formazione dei medici e infermieri è importante affinché siano sensibilizzati a questa differenziazione”.
La dott.ssa Pavan ha evidenziato anche: “fra gli ostacoli che si possono incontrare vi è quello di tipo culturale da parte delle donne che non sono consapevoli della possibilità di rischio a cui sono esposte nel non comprendere di poter incorrere in una malattia cardiologica, tipo infarto. Le donne spesso, non sono informate perché pensano ancora che la malattia cardiaca colpisca in prevalenza gli uomini. La donna si pone così anche per altre patologie, come la gatekeer, il guardiano, della salute della famiglia trascurando il proprio stile di vita o enfatizzando alcune problematiche minori senza entrare nell’ottica che alcuni fattori di rischio sono legati alla propria storia personale, gravidanze, aborti, menopausa precoce, che possono incidere profondamente sul suo futuro”.
Nel corso dei lavori del convegno si è parlato anche di violenza di genere e impatto sulla salute, e soprattutto delle modalità con cui l’area del Pronto Soccorso deve accogliere le pazienti donne che abbiano subito maltrattamenti o violenze. Diventa infatti necessario creare percorsi assistiti per proteggere la donna che abbia subito violenze tutelandola nel contempo da possibili eventuali ripercussioni o pericoli, successivi alle cure sanitarie, alle quali potrebbero andare incontro al rientro a casa. Temi che sono affrontati anche nell’ambito di un Tavolo regionale che è stato appositamente costituito.