Medicina di emergenza-urgenza, Cimo-Fesmed: “Conosciamo già cause e terapia, ma mancano cure”

Il commento del presidente Quici sull’indagine conoscitiva della Commissione Affari Sociali alla Camera

Dott. Guido Quici

Roma, 23 maggio 2024 – “L’indagine conoscitiva promossa dalla Commissione Affari Sociali della Camera non sembra portare a nulla di nuovo rispetto a quanto denunciato, in questi anni, dalla Federazione CIMO-FESMED. Partendo dalla medicina del territorio, alla carenza di posti letto, alla riduzione delle liste di attesa, al potenziamento e tutela del personale sanitario, fino alla riorganizzazione del sistema di emergenza-urgenza, prendiamo atto dell’ennesimo documento di analisi di un contesto che richiede, semplicemente, atti concreti e urgenti decisioni politiche”, ha commentato Guido Quici, presidente del sindacato medico CIMO-FESMED, a seguito dell’indagine conoscitiva della Commissione Affari Sociali presentata alla Camera.

“Di diagnosi ne abbiamo a sufficienza, le terapie le conosciamo, ma manca il farmaco perché probabilmente costa e non è più il tempo di somministrare l’ennesimo placebo – prosegue Quici – I medici ospedalieri e, in particolare, i medici che lavorano nell’emergenza-urgenza sono stufi di essere aggrediti, di essere sottopagati, di essere privi di una vita familiare, di morire professionalmente perché in questi ultimi 20 anni nessuno si è curato di loro. Come Federazione CIMO-FESMED, cui aderiscono ANPO-ASCOTI, CIMOP, CIMO e FESMED, intendiamo aprire una vertenza, quella del medico ospedaliero, che dimenticato dal post Covid, continua a vivere un profondo disagio umano e professionale”.

“Se davvero si vuole risolvere parte delle problematiche che affliggono i nostri Pronto Soccorso, allora occorre recuperare il 50% dei 38.000 posti letto chiusi in questi anni; risolvere urgentemente la questione della responsabilità penale con interventi strutturali e non attraverso documenti finalizzati unicamente a scoraggiare la “lite temeraria”; potenziare gli ambulatori territoriali per recuperare gli oltre 80 milioni di prestazioni non erogate in questi anni; recuperare immediatamente la grave carenza di medici e infermieri in deroga al blocco del tetto di spesa. Noi aggiungiamo, perché non rilevato nel documento, adeguare il salario dei professionisti notoriamente sottopagati rispetto ai colleghi europei”, conclude Quici.

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