Roma, 5 ottobre 2016 – “Il test di accesso alla facoltà di Medicina e Chirurgia è uno strumento dalla dubbia efficacia meritocratica, ma nonostante questo è ancora oggi l’unico sistema preso in considerazione dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca”.
Lo dichiarano il segretario nazionale Ugl Medici, dott. Filippo Fordellone, e il responsabile nazionale Giovani Medici Ugl, dott. Aldo Marsico, in seguito alle proteste dei candidati che si sono visti esclusi dal corso di laurea per non aver superato il test, riscontrandovi fra l’altro numerose irregolarità.
“Le modalità di selezione dei giovani aspiranti medici – proseguono i sindacalisti – sono viziate in primis dalla forte discrepanza tra il numero di accessi alla facoltà ed il numero di borse disponibili per le scuole di specializzazione. Ogni anno, infatti, per i 12000 specializzandi che si presentano ai test, vengono stanziate solo 5.500 borse”.
“A causa di criteri precedentemente stabiliti dal Miur e giudicati inefficaci dalle stesse stime, quindi, un medico su due non può accedere alla prosecuzione del suo iter formativo, cosa di per sé paradossale trattandosi di giovani laureati che, in quanto tali, hanno già superato le prove di accesso ministeriali”.
“Tutta la nostra solidarietà – concludono – ai colleghi che da anni tentano invano di poter accedere ai percorsi di specializzazione, e pieno sostegno ai giovani aspiranti medici che non dovrebbero pagare per responsabilità e scelte altrui”.
fonte: ufficio stampa