Roma, 8 marzo 2019 – Il ricorso da parte delle Aziende Sanitarie alle Cooperative e ai Medici a cottimo (inclusi quelli inquadrati come “Specialisti Ambulatoriali” che ricoprono posti riservati per legge a Medici con regolare CCNL della Dirigenza Medica Ospedaliera) è diventata una prassi quotidiana, al punto da non scandalizzare più, in nome di un’emergenza alla quale non si riesce a far fronte, seppure da tempo annunciata.
Da anni l’AAROI-EMAC denuncia questa pratica contraria alle norme sul Pubblico Impiego diventata ormai dilagante, ma che rimane inaccettabile. L’Associazione – come già fatto con il precedente titolare del Dicastero della Salute – ha, pertanto,scrittoal Ministrodella Salute, Giulia Grillo, per chiedere un intervento immediato che ponga fine al reclutamento da parte degli Enti del SSNdi Medici specialisti attraverso Cooperative e Società di Servizi.
“La drammatica carenza di Medici, in particolare di Anestesisti Rianimatori e di Pronto Soccorso, non può in alcun modo avallare soluzioni illecite e rischiose per gli operatori sanitari e per i pazienti – afferma Alessandro Vergallo, Presidente AAROI-EMAC – È questa l’ennesima dimostrazione dei disastri causati da anni di politiche che, puntando falsamente a supposti risparmi derivanti dal blocco del turn over, hanno aggiunto alla precarietà nuove forme di precarietà mascherate. Si tratta di un fenomeno che chiediamo al Ministro della Salute di fermare. Investire realmente nel presente e nel futuro del nostro Servizio Sanitario Nazionale significa salvaguardare la valorizzazione del patrimonio di Scuola e Conoscenza, garantito solo ed esclusivamente da Rapporti di Dipendenza e Tempi Indeterminati.
La strada principale da seguire per un investimento di questo tipo è sicuramente, come detto e ripetuto, una pianificazione reale dei fabbisogni di Medici ospedalieri sulla cui base individuare il numero congruo di Borse di studio per Medici in Formazione.
Per quanto riguarda la disciplina di Anestesia e Rianimazione – prosegue Vergallo – che oggi è tra quelle in maggiore sofferenza, esiste una carenza stimata di circa 4000 Medici Specialisti necessari acompletare gli organici in funzione dei servizi richiesti dalle Regioni e previsti nei Nuovi LEA.
Situazione analoga, se non più grave, per i Medici di Pronto Soccorso, anche a causa delle fagocitosi, sia di Specialisti sia di Specializzandi in Medicina d’Urgenza, da parte di Unità Operative che con l’Emergenza-Urgenza nulla hanno a che fare, come le Medicine o le Geriatrie, laddove invece la formazione specialistica di questi Colleghi dovrebbe avvenire in primis proprio nella loro successiva destinazione lavorativa naturale ed indispensabile, cioè nei Pronto Soccorso.
Occorre, quindi, un cambiamento strutturale che ponga fine alla eternità di soluzioni temporanee, fantasiose e pericolose che si trascinano da decenni”, conclude Vergallo.