Malattie reumatiche: i pazienti, maggiori esperti della loro condizione. Arriva la reumatologia 4.0

Roma, 28 marzo 2022 – Parte da Roma la rivoluzione della Reumatologia 4.0 con la quinta edizione del Convegno RomaReuma che mette al centro della scena le risorse messe a disposizione dalle innovazioni tecnologiche e in particolare dall’enorme flusso di dati che stanno generando.

Quali sono le prospettive che attendono i reumatologi tra innovazione e sostenibilità? Come spiega la dott.ssa Palma Scolieri, Dirigente medico dell’UOC di Medicina Interna e Reumatologia del Polo Ospedaliero Nuovo Regina Margherita S. Spirito di Roma e Responsabile Scientifico del Congresso: “la Medicina 4.0 vede la fusione di tecnologie fisiche, biologiche e digitali. La ricerca molecolare in reumatologia, le scienze -omiche, insieme ai referti diagnostici e i dati delle cartelle cliniche hanno generato quel patrimonio di informazioni che chiamiamo Big data. Il passo successivo è interpretare queste informazioni e metterle a disposizione della pratica clinica. Penso ad esempio alla medicina di precisione che ci permetterà di capire quale terapia tra quelle disponibili è quella più adatta, sicura ed efficace a quel determinato paziente con la possibilità di arrivare in tempi brevi alla terapia più adeguata per ogni singolo paziente”.

“Questa rivoluzione pone delle sfide: la gestione e l’interpretazione dei dati, la loro sicurezza, la formazione e l’adeguamento delle competenze professionali, una accorta valutazione dei rapporti costo-beneficio in termini di appropriatezza degli interventi e la proposta di nuovi modelli organizzativi più snelli ed efficaci. Un futuro che è dietro l’angolo e si evolve lungo tre assi portanti: la medicina riparativa, quella rigenerativa (ad esempio con l’uso delle cellule staminali e della terapia genica), e la medicina di precisione”.

“La sfida di questa nuova reumatologia è però solo in parte l’innovazione: il processo fondamentale è operare in maniera multidisciplinare e aprirsi a nuove e diverse aree di approfondimento, includendo i pazienti come i maggiori esperti della loro condizione”, conclude Scolieri.

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