Malattie infettive, il ruolo fondamentale dei medici di famiglia

“Quello che stiamo per affrontare è un momento chiave: il medico di famiglia resta la figura principale per raggiungere la popolazione generale dove si può nascondere il virus e colui che può indirizzare le persone a rischio verso screening e linkage-to-care ” sottolinea Alessandro Rossi, Responsabile SIMG Malattie Infettive

Dott. Alessandro Rossi

Roma, 14 dicembre 2022 – Conclusa la fase emergenziale della pandemia, i medici di famiglia possono tornare giocare un ruolo strategico nella lotta all’Epatite C, per la quale, grazie ai nuovi farmaci ad azione antivirale diretta, è possibile eradicare il virus definitivamente, in poche settimane e senza effetti collaterali. I fondi stanziati nel 2020 per effettuare gli screening nell’arco dei due anni successivi sono stati prorogati al 31 dicembre 2023, rendendo ancor più importante il ruolo del Medico di Medicina Generale.

“Tutte le attività di screening, diagnosi precoce, prevenzione che sono state interrotte o limitate dalla pandemia devono essere rilanciate, avvalendosi delle risorse a disposizione, delle normative di legge già stabilite e di reti territoriali interdisciplinari che stiamo costruendo, nonostante questo sia un momento di riduzione delle risorse umane e professionali – sottolinea Alessandro Rossi, Responsabile SIMG Patologie Acute – Quello che stiamo per affrontare è un momento chiave: anzitutto possiamo considerare conclusa la fase più acuta del Covid-19 che ha richiesto a noi MMG uno sforzo supplementare; inoltre, alla luce proprio della pandemia che ha interrotto o rallentato tutte le attività di screening, e della proroga di un anno dei fondi per favorire la ricerca del sommerso, il medico di famiglia resta la figura principale per scovare il virus e per indirizzare le persone verso processi di screening, counselling, linkage-to-care”.

“Nel 2023, il Medico di famiglia acquisirà ancora maggior peso in quanto dovrà svolgere molteplici funzioni – evidenzia la prof.ssa Loreta Kondili – In attesa di un ampliamento degli screening sulle altre fasce di età, il ruolo dei Medici di Medicina Generale acquisirà ancora maggior rilievo nell’effettuare diagnosi e avviare al linkage-to-care i pazienti oltre i 50 anni ad oggi ancora non indirizzati allo screening gratuito. Il MMG potrà e dovrà intervenire nella diagnosi e nel linkage-to-care dei pazienti con comorbidità associate all’infezione da epatite C o con problemi di fegato come transaminasi elevate. Lo screening e la diagnosi delle popolazioni ad oggi non indirizzate dal decreto per lo screening gratuito eviteranno nei prossimi 5 anni oltre 5mila casi di cirrosi scompensata e cancro del fegato e oltre 10mila morti HCV correlate; le riduzioni di danni del fegato e decessi aumenteranno ulteriormente con uno screening rapido rispetto a eventuali diagnosi tardive”.

Il progetto SIMG per un medico di famiglia pronto contro le malattie infettive

Le nuove funzioni che il Medico di Medicina Generale dovrà ricoprire nella lotta all’Epatite C vengono analizzate nel webinar “L’allargamento dei programmi di screening dell’Epatite C”, seconda tappa del progetto “We stand with public health: a call to action for infectious disease. The actual and the future vision”, organizzato da Regia Congressi con il patrocinio della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie – SIMG e della Società italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT, presentato lo scorso luglio presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati.

Al webinar parteciperanno Prof. Alessio Aghemo, Segretario AISF; Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT; Prof. Claudio Cricelli, Presidente SIMG; Ignazio Grattagliano, Segretario SIMG Puglia e Responsabile Area Gastroenterologia; Prof.ssa Loreta Kondili, Centro Nazionale per la Salute Globale, Istituto Superiore di Sanità; Alessandro Rossi Responsabile Ufficio di Presidenza Area “Patologie Acute” SIMG e Segretario SIMG Umbria; Roberto Ranieri, Responsabile Sanità Penitenziaria Regione Lombardia; Lucia Li Sacchi, Dirigente Servizio 1, Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico Regione Sicilia. Ad arricchire il dibattito giungerà anche il contributo di Alessio D’Amato, Assessore Sanità e integrazione Socio-Sanitaria Regione Lazio. A moderare il giornalista scientifico Daniel Della Seta.

Eliminare l’Epatite C entro il 2030, obiettivo possibile

L’eliminazione definitiva dell’infezione da HCV è oggi un obiettivo raggiungibile, fissato dell’OMS per l’Italia l’eliminazione entro il 2030. Tuttavia, sono indispensabili politiche sanitarie che permettano di far emergere il sommerso di coloro che sono affetti dal virus ma non ne sono consapevoli; simultaneamente, occorre garantire l’accesso al trattamento a tutti gli individui infetti. I percorsi indicativi per le Regioni sono riportati nel decreto attuativo, a cui deve far seguito il lavoro delle società scientifiche, le quali devono divulgare l’informativa e accompagnarla con direttive specifiche.

L’epatite C può condurre alla cirrosi e all’epatocarcinoma, quindi una diagnosi precoce può rappresentare la salvezza per chi fosse affetto dal virus, oltre che una misura di salute pubblica per evitare la diffusione dell’infezione nella popolazione. Nelle prime fasi l’infezione rimane latente: per questo il Decreto Milleproroghe del febbraio 2020 ha previsto lo stanziamento di 71,5 milioni di euro per la ricerca del virus tra popolazioni speciali e nelle coorti di età dei nati tra il 1969 e il 1989.

Un processo avviato in misura virtuosa solo da alcune regioni, anche a causa del Covid. Oggi la riorganizzazione della medicina territoriale e il suo potenziamento sono diventate una priorità dell’agenda politica e la creazione di reti di assistenza territoriale vede i Medici di Medicina Generale impegnati anche nell’erogazione di servizi come questo. Il MMG infatti ha un ruolo fondamentale nella prevenzione, supportando le altre figure professionali con azioni di screening mirate sul territorio.

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