Milano, 14 luglio 2021 – È bianco rosso e verde il podio mondiale per la cura delle malattie endocrine. Al primo posto tra i migliori esperti mondiali dell’acromegalia, secondo la classifica di Expertscape appena pubblicata, il prof. Andrea Giustina, Direttore dell’istituto di Scienze Endocrine e Metaboliche dell’Università Vita-Salute San Raffaele e IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e Presidente del GIOSEG e della European Hormone and Metabolism Foundation. Appare inoltre in ottima posizione (23mo) il giovane dott. Stefano Frara Ricercatore in forze nel team di Giustina. Nel complesso l’Italia risulta al secondo posto nel mondo dopo gli Stati Uniti.
“Sono particolarmente felice di questo riconoscimento principalmente perché premia i risultati e l’impegno mio e del mio gruppo sulle malattie rare come l’acromegalia che è una patologia cronica, invalidante spesso diagnosticata con grave ritardo e quindi particolarmente grave e complessa a cui abbiamo dedicato da molti anni enormi energie in termini di ricerca e divulgazione”, dichiara il prof. Giustina.
“Mi fa anche molto piacere – continua Giustina – che la Comunità Internazionale ci attribuisca un posto di rilievo nell’ambito delle osteopatie endocrine dato che le patologie osteometaboliche su base ormonale come l’osteoporosi post-menopausale e cortisonica e da carenza di vitamina D hanno un impatto quasi epidemico in una popolazione sempre più longeva come quella italiana. Questo primato ha in ultima analisi il suo vero significato in quanto si traduce quotidianamente nello stare vicini ai nostri pazienti soprattutto italiani e nel permetterci di trattare ancora meglio le loro patologie ma anche di contribuire a diffondere le nostre esperienze a beneficio dei pazienti tutto il mondo”.
“È giusto e bello sottolineare che in queste classifiche compaiano in posizioni di rilievo miei ex allievo e attuali collaboratori a testimoniare che in Medicina, come nella vita, è il lavoro di squadra l’unica ricetta che funziona – conclude Giustina – e mi piacerebbe dedicare questi riconoscimenti a tutti coloro che li hanno resi possibili a cominciare dai vertici dell’Istituzione che ho l’onore di servire fino ai miei Mentori Italiani e Oltre Oceano e a tutti le grandi persone che in questi 30 anni di carriera mi hanno aiuto a crescere e mi hanno dato un piccolo pezzo di sé stesse”.
L’acromegalia è il risultato di una ‘tempesta’ di ormoni che si riversano in circolo e influiscono su tessuti molli, estremità come mani, avambracci, piedi e cranio che rendono l’aspetto estetico caratteristico: viso allungato, prognatismo della mascella, mani e piedi grandi. La causa? Un’onda anomala di ormone della crescita, quel GH che viene secreto in maniera in controllata in caso di tumore (l’adenoma ipofisario).
È caratterizzata da numerose comorbidità come ipertensione, disturbi respiratori di tipo ostruttivo, alterazioni della vista, disturbi muscolo-scheletrici (fratture vertebrali sono state osservate in più del. 60% dei soggetti) sino alla paralisi del nervo cranico a causa della pressione esercitata dalla massa tumorale. E non va meglio sul fronte metabolico con problemi che aprono la strada a diabete e disturbi cardiovascolari. I trattamenti sono quindi orientati a normalizzare i livelli di GH e IGF-1, migliorare i sintomi e la qualità di vita e ridurre la mortalità.
La gestione della malattia deve prevedere la messa in campo di un team di specialisti adeguatamente preparati. La Consensus del 2019 pubblicata su Reviews in Endocrine and Metabolic Diseases nel 2020 sulla patologia si è focalizzata proprio sugli aspetti di gestione clinica multidisciplinare dal trattamento in centri in cui l’esperienza nei tumori ipofisari sia consolidata, alla normalizzazione dei livelli ormonali come primo obiettivo a cui tendere.
Le malattie del metabolismo osseo su base ormonale sono tra le patologie croniche metaboliche più diffuse al mondo. Le fratture soprattutto vertebrali che ne sono conseguenza sono tra le più temibili manifestazioni cliniche e non sempre la densitometria ossea, cioè la classica MOC, è in grado di predirle in modo attendibile.
Negli ultimi 15 anni il gruppo di Giustina ha applicato con successo sia in ambito di ricerca che clinico la metodologia cosiddetta della morfometria vertebrale che ha permesso di evidenziare osteoporosi già complicate in pazienti come quelli affetti da osteoporosi cortisonica o acromegalici in cui la semplice MOC DXA non fornisce informazioni cliniche adeguate. L’utilizzo della morfometria vertebrale ha permesso al gruppo del San Raffaele anche di scoprire come le fratture vertebrali siano una delle comorbidità più frequenti anche nei pazienti Covid-19.
Attraverso importanti collaborazioni nazionali ed internazionali Giustina ed il suo team hanno contribuito negli ultimi anni anche all’avanzamento delle conoscenza nell’ambito della vitamina D vero proprio ormone particolarmente carente proprio nel nostro Paese e dotato di straordinari effetti sull’osso ma anche su molti organi ed apparati extra-scheletrici come il sistema immunitario.
Le consensus internazionali organizzate da GIOSEg hanno rappresentato e continuano a rappresentare un punto di riferimento per tutti gli esperti del Settore in termini di diagnosi, clinica e terapia dell’ipovitaminosi D.