Roma, 5 luglio 2022 – Si è concluso con la tappa di Tor Vergata lo “Screening Tour” che ha portato le cardiologie e la medicina di urgenza degli ospedali laziali sulla strada, a contatto con i cittadini. Una iniziativa nata per sottolineare l’importanza della prevenzione cardiologica e in particolare dello scompenso cardiaco, la cui prevalenza varia tra l’1% e il 12% nei paesi occidentali: se nel 2012 sì parlava di una media del 4,3% tra i 65 e i 70 anni, le stime per il 2030 parlano di un preoccupante 8,5%.
Il progetto è stato possibile grazie ai fondi del Bando Comunità Solidali 2020 della Regione Lazio con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e la presentazione dei risultati è stata organizzata grazie al contributo non condizionante di AstraZeneca.
“Si tratta di un esempio di quella interazione sinergica tra ospedale e territorio prevista dal nuovo PNRR. I nuovi modelli di assistenza dovranno essere capaci di intercettare anche le persone che ruotano intorno al paziente e che spesso hanno bisogni di salute insoddisfatti – spiega la dott.ssa Maria Rosaria Di Somma, Consigliere AISC – con il camper abbiamo anche dato un contributo al recupero del gap tra bisogni assistenziali arretrati a causa della pandemia e intercettato alcuni casi urgenti che hanno reso necessario un intervento immediato al Pronto Soccorso”.
Oltre agli screening cardiologici effettuati dagli specialisti cardiologi, usciti dall’ospedale per accogliere e visitare sul territorio, la novità del progetto è stata rappresentata dai medici di urgenza che hanno portato la loro esperienza professionale dal Pronto Soccorso, porta di ingresso dei pazienti con scompenso cardiaco acuto, al territorio, per sottolineare l’importanza della prevenzione, nell’ambito della medicina di iniziativa, con la riduzione proprio degli accessi in PS.
I medici e gli Infermieri del Pronto Soccorso dell’AO San Giovanni Addolorata, affiancati dai volontari AISC, hanno partecipato con slancio e senza sosta dalle 8.30 alle 15 al progetto: “Siamo rimasti favorevolmente sorpresi dall’accoglienza dell’iniziativa da parte dei cittadini che hanno atteso pazientemente il loro turno, nei pressi del PS dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata, pur di accedere nel camper AISC ad una visita approfondita da parte del medico dell’emergenza, comprensiva di elettrocardiogramma, ecografia cardiaca, esami ematochimici, per stabilire lo stato di salute del proprio cuore” ha dichiarato la dott.ssa Maria Pia Ruggieri, Direttore UOC Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso, AO San Giovanni Addolorata.
L’interesse è stato testimoniato altresì dall’accesso alla pagina del sito in cui erano pubblicate le tappe del tour che ha portato la prevenzione a casa dei cittadini.
“Siamo convinti che le strategie di prevenzione debbano intercettare e raggiungere le persone nei luoghi di vita quotidiana: piazze, mercati, centri commerciali. Ogni occasione è buona per parlare di stili di vita e con le persone – racconta Salvatore Di Somma, Professore di Medicina Interna alla Sapienza, cardiologo e direttore del Comitato Scientifico dell’Associazione – Il nostro impegno è rivolto anche a costruire un rapporto solido tra ospedale e territorio anche attraverso la sanità digitale, lavorando sull’educazione e la formazione del paziente, elemento essenziale per costruire una sanità nuova”.
Sul camper dell’associazione AISC riconoscibile dal logo rosso si sono alternati medici e infermieri per una visita durante la quale è stato possibile effettuare test relativamente al quadro lipidico e alla emoglobina glicata, fattori di rischio per le malattie cardiovascolari.
Lo scompenso cardiaco, noto anche come ‘insufficienza cardiaca’ è ancora relativamente conosciuto, eppure è la terza causa di ricovero negli over 65 e la terza causa di morte del mondo. “Questo disturbo in cui il cuore non pompa sangue a sufficienza e sì manifesta con sintomi sfumati come l’affaticamento, la mancanza di fiato dopo sforzi anche lievi e gonfiori agli arti, ha un andamento progressivo e ingravescente ma è meno ‘spaventoso’ del collega infarto, che infatti è molto più noto.
“Entro il 2026 il PNRR mira a prendere in carico almeno il 10% degli ultra 65enni in assistenza domiciliare. Si tratta della fascia di età epidemiologicamente più rappresentata nello scompenso cardiaco. Uno standard raggiunto attualmente solo in 4 Regioni italiane” sottolinea il prof. Di Somma. I risultati dell’iniziativa nel dettaglio saranno oggetto di una pubblicazione scientifica che verrà presentata in un incontro presso la Regione Lazio fissato per il prossimo 12 ottobre.