Prof. Maurizio Vecchi, Policlinico di Milano: “I dati ufficiali mostrano 40mila pazienti in Lombardia affetti da colite ulcerosa o da Crohn, un aumento notevole rispetto ai precedenti 26mila. Ai farmaci biologici presto si affiancheranno cure a base di stem cell”
Milano, 7 novembre 2018 – Si terrà lunedì 12 e martedì 13 novembre presso l’Università di Milano il “Second Young Gastroenterologist’s Day & “Milestones And Breakthrough In Ibd” Meeting”. Confronto, attualità e futuro. Verranno seguiti due percorsi: anzitutto, l’approccio generale della gastroenterologia, dall’impatto dello screening del carcinoma colo-rettale in Regione Lombardia all’approccio diagnostico e terapeutico della NASH, al peso delle patologie gastrointestinali nella sanità europea. Il secondo filone sarà focalizzato sulle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali e sulle manifestazioni extra-intestinali sistemiche e di altri apparati.
“L’ampliarsi delle opzioni terapeutiche espone potenzialmente i pazienti ai rischi legati all’immunosoppressione – dichiara il prof. Maurizio Vecchi, Direttore di Unità Operativa Complessa al Policlinico di Milano e della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Digerente dell’Università di Milano – Pertanto, la moderna gestione delle malattie si deve basare sull’impiego di team multidisciplinari, capaci di affrontare le molteplici necessità del paziente. Il Congresso sarà appunto focalizzato su questi aspetti e sulle maggiori novità in campo diagnostico e terapeutico”.
Nuove terapie per la Malattia di Crohn
Le terapie per le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI o, secondo l’acronimo inglese, IBD, Inflammatory Bowel Disease), ossia la Colite Ulcerosa e la Malattia di Crohn, sono sempre più innovative. In particolare, recentemente è stato registrato anche in Italia un farmaco anche per la malattia di Crohn che ha un nuovo target terapeutico, in quanto agisce più a monte del processo infiammatorio responsabile della malattia, garantendo un esito di remissione della patologia in due anni nel 75% dei casi.
“Ma la ricerca è in continuo divenire – afferma il prof. Maurizio Vecchi – L’innovazione è legata alla potenzialità della manipolazione della flora batterica, il cosiddetto microbiota (batteri presenti nell’intestino), e all’uso delle stem cell (cellule staminali), che permettono di riparare i tessuti che sono lesionati dall’infiammazione e dalle ulcere. Sono progetti ancora in fase sperimentale, ma alcune di queste cellule arriveranno in commercio tra non molto. In breve, ciò significa che stiamo passando dalle terapie biologiche alla manipolazione di cellule batteriche, flora batterica o cellule umane per riequilibrare lo stato infiammatorio”.
La percentuale di pazienti che vengono trattati con farmaci biologici si attesta tra il 10 e il 20% del totale, una cifra inferiore a quella osservata in altri paesi europei forse perché in Italia si è un po’ restii a utilizzare farmaci più nuovi. I farmaci biologici riescono ad ottenere una buona risposta terapeutica in una percentuale variabile tra il 50 e il 70%: numeri elevati se si considera che i pazienti trattati sono refrattari alle altre terapie.
Le stem cell per la cura delle fistole perianali hanno ottenuto la registrazione in alcuni paesi europei, ma non in Italia, dove le prove della loro efficacia non sono state considerate ancora sufficienti. Le terapie con trapianto fecale sono in fase di sperimentazione, sino ad adesso con risultati non omogenei.
“L’entrata in commercio di queste nuove terapie dipenderà da 1) se raggiungeranno un’evidenza di efficacia sufficiente, 2) che tempi saranno necessari per svolgere gli studi adatti a queste dimostrazioni – spiega il prof. Vecchi – In sostanza, mentre l’uso delle cellule staminali potrebbe divenire disponibile in 1 anno o 2, probabilmente prima di avere disponibile il trapianto fecale bisognerà attendere un po’ di più”.